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Scendete in campo? Lavorate ad un’alternativa alla «staffetta» annunciata?
«Legambiente in questo momento non è interessata ai nomi dei possibili candidati sindaci che stanno circolando. Tuttavia non è indifferente al tema del futuro governo della città. Per noi, è decisivo che prima delle Comunali ci siano Primarie reali e partecipate».
Con un ventaglio di nomi, oltre a quello designato dal Pd? Magari, Fabio Salviato?
«Adesso non interessano i nomi. Siamo estremamente preoccupati che non si facciano Primarie a Padova. Nel 2009, ricordo che sono saltate quelle per la Provincia. Se i cittadini non potranno di nuovo esprimersi, significherà che non ci sarà più spazio per chi vuol mantenere al centro i temi elusi o sottorappresentati negli ultimi 4 anni».
Passi, qual è la sua “pagella” per Zanonato?
«La sua Amministrazione si è appiattita su un’idea di sviluppo della città che ha avuto come obiettivo quello di favorire tout court le richieste dei poteri economici forti. Si pensi alle politiche residenziali ed urbanistiche. Oggi a Padova si stima ci siano più di 7.500 case invendute. Un’espansione urbana favorita dalle continue varianti ai piani regolatori e dagli accordi “perequativi” sottoscritti con i proprietari delle aree da urbanizzare. Si è costruito in misura esagerata e male, con tipologie inadeguate e a prezzi inaccessibili per la maggioranza delle famiglie».
Quali i punti, per voi, «non negoziabili»?
«Almeno due. Primo: è indispensabile la discontinuità con le scelte politiche di Zanonato. Secondo: programmi definiti e concordati, nero su bianco».
Un altro sindaco possibile?
«Dal nostro punto di vista, occorre fermare il consumo del suolo e scegliere un’urbanistica a cubatura zero».
Invece, a palazzo Moroni?
«L’azione della giunta Zanonato è perfettamente sovrapponibile alla relazione del presidente Cetera del 13 luglio 2007 all’assemblea dell’assocostruttori. E’ l’esempio lampante di un’Amministrazione subalterna alle lobbies ».
Capitolo inceneritore: con Hera cosa succederà?
«Il piano della Provincia e le novità in Regione sdoganano la possibilità di bruciare rifiuti che arrivano da fuori. Facendo due conti, è chiaro che con il 65-70% di raccolta differenziata si possono chiudere le discariche e la prima linea di San Lazzaro. Ma se l’inceneritore diventa uno strumento commerciale, allora Padova diventerà il “distretto” dell’incenerimento, magari con una quarta linea produttiva…».
Tira brutta aria a Padova?
«E’ il 68° giorno di sforamento dell’ozono e siamo a quota 57 con la media del PM10 da inizio anno».
Mai contenti… E ora «in campo» per le Comunali.
«Siamo mille soci. E votiamo tutti. E’ il numero di preferenze ottenute dai big degli opposti schieramenti nel 2009, quando – ricordo – Legambiente non diede indicazioni di voto per il sindaco».
In conclusione, Passi, cosa servirebbe mettere sotto la lente d’ingrandimento?
«Sanità e Università. Senza controlli, trasparenza e verifiche rischiano di diventare cittadelle separate. La salute e i saperi sono beni pubblici preziosi. Padova non può firmare cambiali in bianco».