Vajont: va cambiata la legge sul 9 ottobre

"Le 1910 vittime del disastro del Vajont non sono state causate dall’incuria dell’uomo: c’è stata una responsabilità colposa (leggi qui sulle sentenze) ».

E’ per questo che l’Associazione Superstiti del Vajont, riunitasi in occasione della giornata per il superstite, vuole che venga modificato il testo della legge che indica il 9 ottobre come Giornata Nazionale della Memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali.

«Apprezziamo il fatto che si sia scelto il 9 ottobre, data della tragedia del Vajont, per commemorale eventi tragici di tale portata – commenta il presidente dell’associazione Renato Migotti -, ma il testo della legge e le motivazioni della Giornata non rendono a pieno il senso responsabilità umana nella tragedia che ha colpito Longarone, ed in altre catastrofi simili, come quella di Stava.

Abbiamo già segnalato la nostra posizione con una lettera al Capo dello Stato, ma non abbiamo ottenuto riscontri. Siamo determinati a proseguire questa iniziativa, al fianco dei quattro comuni coinvolti nel disastro: scenderemo a Roma, se necessario, per incontrare i parlamentari e far valere le nostre ragioni”.

I membri dell’associazione si sono interrogati sulle possibili modifiche da applicare al testo, convinti che la semplice eliminazione del lemma “causate dall’incuria umana” non sarebbe bastato a rendere la misura di quanto accaduto con la tragedia del Vajont.

Che ci sia stata responsabilità colposa ce lo racconta Marco Paolini nell’indimenticato spettacolo sul Vajont (vedi qui) che prende spunto da un libro particolare “Eccolo là il libro della Merlin, ecco che cos’è, non è un’altra storia, è la stessa storia ma è un altro punto di vista. Non il punto di vista delle formiche, di quelli che arrivano dopo la tragedia, inviati spaventati; no no no, è il punto di vista del falco, di chi le cose le ha viste da prima, dall’alto, da sopra. E’ infatti Tina Merlin non racconta la storia della povera Longarone, che è stata rasa al suolo cancellata. No, lei sceglie di raccontare la storia dei comprimari, di altri due paesi che non sono stati distrutti ma soltanto lesionati: Erto e Casso”.

redazione di ecopolis