Per noi di “Muoviamoci Insieme” il 10 maggio è stata una data significativa: siamo infatti riusciti ad avvicinare e far parlare i due Assessori alla mobilità, di Padova e della Provincia, proponendogli un “campo di riferimento” centrato sui temi del biglietto unico, di una card di sostegno alla qualità dei trasporti pubblici e del Centro Intermodale (quello nuovo, annunciato peraltro da decenni….).
Il dibattito ha rivelato ancora una volta le luci e le ombre, più queste che quelle, del trasporto pubblico a Padova e dintorni, ma qui ci interessa sottolineare come, ancora una volta, nella sera del 10 maggio abbiamo notato l’assenza di una illustre protagonista: la viabilità.
E’ fin troppo ovvio, forse, notare che l’efficienza e l’agibilità delle strade è una condizione primaria, anzi essenziale, per la qualità dei servizi di trasporto pubblico (e non solo questi…). Ed altrettanto ovvio è notare che si tratta di un comparto assai impegnativo per programmazione e costi economici/sociali/ambientali: insomma, è fra le spine più acute nel lavoro dei trasportasti e dei politici dei trasporti.
Ma questo non può giustificare la sottovalutazione del tema, né il continuo rinvio: oggi a Padova si circola male, o non si circola, anche per la lentezza con cui evolve il lavoro di programmazione viabilistica!
Sappiamo bene, ma non è un problema solo di Padova, che le strade sono inadeguate al traffico crescente, anche per le scarse attenzioni dedicate alla ferrovia; e sappiamo anche l’impianto medievale non consente alcuna fluidità, anche con traffico selezionato (quante vie sono inagibili a bus “normali”….); ma, ripetiamo, questo non può costituire un motivo di sottoimpegno.. Sempre a Padova, per esempio, non abbiamo significativi esempi di sotto e sovrappassi stradali nei nodi più congestionati (la Stanga, per esempio): perché?
In questa sede, e per offrire spunti concreti di riflessione, ci limitiamo ad evidenziare almeno tre aspetti della questione viabilistica che dovrebbero essere affrontati in modo più risolutivo:
– le corsie preferenziali
– gli spazi di parcheggio
– le semaforizzazioni
Sempre per restare “con i piedi per terra” diremo allora che:
– I competenti uffici non prefigurano nessun ampliamento delle corsie preferenziali, salvo poche centinaia di metri (forse) presso il Tribunale; così, ad esempio, nessuna progettazione, o ipotesi almeno sperimentale, almeno per le ore di punta, interessa gli assi di accesso alla Città, soprattutto da Ovest (via dei Colli e Chiesanuova, sempre più congestionate)
– è sensato che assi fondamentali, e stretti, di accesso alla città siano invasi da spazi per il parcheggio? Un esempio per tutti, via Facciolati, con traffico ridotto ad una unica ed estenuante corsia: è sensato forse per le attività economiche in loco, per alcuni abitanti (non tutti..), ma per la Collettività in generale? Ed intanto i serpentoni (con tanti autobus incolonnati, blu e gialli…) prosperano, ed inquinano.
– abbiamo esempi un po’ ovunque, anche in località minori, di “semafori intelligenti”, cioè con sensori che calcolano il traffico in tempo reale e modulano i tempi di arresto e via libera di conseguenza: quanti sono a Padova? Ed esistono semafori che “sentono” l’avvicinarsi della “massa grande” di un autobus; a che punto siamo in Città? E, per finire, le più banali situazioni di semafori ravvicinati ma con tempi semaforici non allineati che prospettive vedono? Anche, qui, un esempio per tutti, la successione semaforica da Via Falloppio/Belzoni a Via Gozzi/Tommaseo: quattro impianti non coordinati, di cui i due presso piazzale Boschetti assurdamente contrapposti.
Qui, con questi tre accenni, non si parla di grandi opere infrastrutturali, ma di organizzazione ed intervento di “dettaglio”, con esposizioni economiche limitate, forse qualche scelta che necessita di un approfondimento con la Cittadinanza…
Mario Vio, Assoutenti Veneto