Manco farlo apposta è proprio li, proprio sul terreno della “soluzione b1”, quella su cui il Sindaco e parte della Giunta vorrebbero far costruire all’immobiliare Valli la prima delle due torri di 13 piani, alte 45 metri e vari altri edifici e parcheggi.
Stiamo parlando della centralina dell’ARPAV, che da anni regista la quantità d’inquinanti nell’aria che si respira da quelle parti.
Grazie a questi dati risulta chiaramente che l’Arcella è da sempre la zona più inquinata di Padova per diversi veleni, e per quanto riguarda il Pm10, è tra le più inquinate del Veneto e d’Italia. La seconda Veneto, la quarta in Italia.
Veneto e Italia. Arcella al Top per il Pm10
Grazie alla centralina Arpav posizionata in via Tiziano Aspetti, lato San Carlo, è stato possibile confrontare quest’area urbana con quelle in cui, in Italia nel corso degli anni, si sono registrati i valori medi annui di Pm10 più elevati.
Ebbene tra le aree urbane monitorate in 80 città capoluogo l’Arcella risulta la quarta più inquinata d’Italia, contendendosi questo primato solo con le centraline posizionate nelle zone più trafficate di Verona, Vicenza e Milano.
Se confrontiamo l’Arcella, con il resto della città Padova, le cose vanno ancora peggio. L’area dove dovrebbe sorgere l’ecomostro risulta di gran lunga la più inquinata, e non solo per il Pm10, ma anche per altri inquinanti.
Padova. Arcella la più inquinata
Alcuni esempi per chiarire.
All’Arcella-San Carlo, l’anno scorso si sono registrati 195 giorni di sforamento del limite di legge del Pm10, contro i 145 registrati alla Mandria. 50 sforamenti in più. Come dire che all’Arcella sono quasi due i mesi d’aria avvelenata in più, rispetto alla Mandria.
La legge, DMA 60/02 vieta di superare 35 giorni inquinati in un anno.
Anche il Biossido d’azoto all’Arcella è fuori legge, cosa che avviene solo in questo quartiere. Nel 2005 la media annua del Biossido di Azoto fu di 55 microgrammi quando il valore limite è di 50 microgrammi per metro cubo d’aria (comprensivo del margine di tolleranza previsto per il 2005). Invece alla Mandria il valore rilevato fu 41 microgrammi. Ben 14 microgrammi in meno. Ma non basta, il valore dell’Arcella è più alto anche della Stanga, che registra 43 microgrammi come media annua.
E poi c’è il Benzo (a) Pirene e l’inquinamento acustico che sempre il dossier di Legambiente evidenzia come maggiori all’Arcella che in altri quartieri della città.
Questi dati sono pubblici, e dovrebbero essere noti agli amministratori. Dati che sconsigliano nel modo più assoluto di edificare ancora, aumentando il traffico che pervade la zona. Che il traffico aumenterà si apprende leggendo il progetto approvato dalla maggioranza della Giunta, che prevede più di 700 nuovi posti auto (9.813 metri quadrati di parcheggi tra interrati, di superficie e multipiano). 380 nell’area B1 (primo stralcio) e circa 300 nell’area B2.
Commenta Lucio Passi, coordinatore di Legambiente Padova “Chi progetta e commissiona una tale dotazione di parcheggi vuol dire che si aspetta diverse migliaia di autoveicoli in più, ogni giorno, in circolazione nella zona. Questo, tra l’altro, annullerebbe i futuri benefici apportati dalla realizzazione del Tram, ed è certo che l’aumento del traffico in quella zona porterà senz’altro all’aumento delle emissioni di inquinanti in atmosfera, con un generale peggioramento della qualità dell’aria.”
Ci va giù duro Passi. “E’ irresponsabile voler realizzare questo po’ po’ di progetto in quella che è storicamente l’area più inquinata di Padova ed è una delle aree più inquinate dalle micropolveri, causate dal traffico, nel veneto e addirittura in Italia”. Vista l’entità dell’edificazione, e vista che sorge in un quartiere densamente abitato, trafficato e inquinato mi sarei aspettato che i nostri amministratori avessero commissionato anche uno studio per valutare l’impatto ambientale dell’insediamento, e invece niente… e non mi si risponda che la legge non lo prevede. Di fronte all’imponenza dell’edificazione e alla fragilità ambientale del quartiere, senso di responsabilità voleva che nostri Amministratori lo commissionassero.
Anche per questi motivi Legambiente invita a barrare la soluzione “A” nella scheda della consultazione popolare indetta per il 18 giugno nel quartiere. Così si ferma la colata di cemento, e si può ricominciare a ragionare tutti insieme su cosa serve realmente all’Arcella tenendo conto dei problemi che ha, tra cui quello dell’inquinamento, che è gravissimo.”
“L’ecomostro spacciato per riqualificazione del quartiere – conclude Passi – , con torri di 13 piani alte 45 metri, e vari altri edifici, densifica la zona, attrae traffico, toglie verde. Il Piano regolatore ne prevedeva oltre 10mila metri quadri a san Carlo (la zona B1 del referendum). Questo progetto (che è una variante al Prg) ne toglie tre mila. E in Piazza azzurri d’Italia (area B2) il Prg ne prevedeva altri 2800 e il questo progetto nessuno. E’ incredibile che nei volantini di chi invita di votare per la soluzione B1 si parli di un aumento del verde!”
Assemblea pubblica all’Arcella mercoledì 14 alle 21.
Di questi e di altro si parlerà assemblea pubblica organizzata da Legambiente Mercoledì 14 giugno alle ore 21,00 presso la scuola media Donatello di via Pierobon.