L’isola di Terranegra è formata da quell’area, prevalentemente agricola, compresa tra il canale Scaricatore, il canale di S.Gregorio, il canale Fossetta ed il fiume Roncajette. Si tratta di un’insula che ha mantenuto le proprie caratteristiche naturali pressoché inalterate, se si escludono il Centro Sperimentale per Modelli Idraulici e l’impianto di depurazione, posti a sud.
L’evidente pregio ambientale di questo ambito territoriale è accresciuto dal fatto che è posto a cuscinetto tra la zona industriale e la zona residenziale e pertanto contribuisce, seppur modestamente, a creare un filtro all’inquinamento prodotto delle attività produttive.
Per queste ragioni sull’isola di Terranegrasono stati sviluppati alcuni studi per la creazione di un parco che integrasse quello di Roncajette; in particolare va segnalato lo studio realizzato, su incarico del Consorzio ZIP e del comune di Padova, da un gruppo di lavoro dell’Harvard University di Boston, che ha prefigurato alcuni interessanti scenari che l’assessore Mariani ha dichiarato di volere tenere in considerazione nella programmazione della trasformazione del territorio.
Anche il consiglio di quartiere si è interessato all’area, tant’è che, recependo le conclusioni del laboratorio di quartiere per la costruzione del PAT, ha inserito tale area nel sistema ambientale, chiedendo che ne sia tutelata l’unitarietà e che la trasformazione sia inquadrata in un piano guida. Analoghe valutazioni sono state espresse nel Documento di sintesi del Gruppotematico di Agenda 21 “Piano di Assetto del Territorio ”, sul futuro della ZIP.
Ci saremmo, quindi, aspettati che qualsiasi utilizzo delle aree fosse subordinato alla formazione di un piano guida, da costruire attraverso un percorso partecipativo in cui i cittadini potessero esprimere le loro preferenzesulle varie utilizzazioni delle aree.
Ci troviamo, invece, a leggere sugli organi di stampa che la commissione urbanistica comunale, con il favore degli assessori Mariani, Sinigaglia e Rossi, ha approvato il progetto della realizzazione a Terranegra di un campo di allenamento per il golf, della lunghezza di almeno duecento metri.
Non che tale impianto sia incompatibile con le caratteristiche ambientali dell’isola di Terranegra, ma che ne è del processo partecipativo di costruzione del futuro parco, ipotizzato dal laboratorio di quartiere, e, soprattutto, dov’è il piano guida che doveva assicurare una ordinatatrasformazione dell’area, recependo, eventualmente, tra gli scenari proposti dal gruppo di lavoro dell’Harvard University quello che maggiormente avesse convinto gli abitanti?
Perché tanta fretta? Perché non accogliere le richieste del consiglio di quartiere e procedere ad uno studio generale di trasformazione dell’area in cui anche i cittadini possano esprimersi? Procedere, come troppo spesso avviene in questa città, per progetti isolati all’interno di vaste aree omogenee, condiziona qualsiasi scelta futura e rischia di compromettere la possibilità di ottenere la migliore organizzazione del territorio.
Lorenzo Cabrelle – Legambiente