Come illustrato dallo stesso Sindaco in Consiglio Comunale poco meno di un mese fa, l’attuale giunta ha in programma di restituire alla città la Caserma Romagnoli in via Chiesanuova.
La promessa del Sindaco è quella di dimezzare il volume esistente (125.000 mc, su una superficie di 150.000 mq) per destinarlo a residenza e commercio, con spazi pubblici per servizi, impianti sportivi e verde. “
Un obiettivo senz’altro apprezzabile – commenta l’Ing. Lorenzo Cabrelle del Direttivo di Legambiente Padova – ma il progetto del Comune potrebbe avere maggior significato urbanistico se considerasse anche le vaste aree ancora libere che si trovano a sud: quel grande polmone verde che si attesta ad ovest sul canale Brentella e che a sud, travalicando via Pelosa, raggiunge l’Istituto Agrario.
Quest’area, in parte compromessa dalla variante ai servizi che vi ha calato sopra due aree di perequazione, dovrebbe essere integralmente restituita all’uso agricolo. Si potrebbe così realizzare il primo nucleo cittadino del Parco Agro Paesaggistico Metropolitano con finalità di contenimento dell’ingiustificata espansione edilizia. Quel Parco che non riesce a decollare nonostante sia stato condiviso da molti Consigli Comunali della cintura urbana di Padova che hanno recepito il protocollo d’intenti .
Un progetto esteso alla suddetta area vasta potrebbe dare una prima risposta a queste esigenze, individuando il limite oltre il quale non si può costruire, salvaguardando il polmone verde di Chiesanuova per usi agricoli e ricreativi, mentre la valorizzazione della caserma potrebbe prevedere attività di ricerca in campo agronomico, spazi di vendita dei prodotti coltivati all’interno del Parco, il mercato rionale ed altre funzioni compatibili con le finalità del Parco stesso.
Una maggiore scala dell’intervento consentirebbe, inoltre, di risolvere meglio alcuni problemi che riguardano il futuro centro identitario del rione. È auspicabile l’istituzione di un’isola pedonale e va altresì previsto il rafforzamento del servizio di trasporto pubblico al fine di ridurre il traffico privato.
Ma quel che più conta è la revisione del sovradimensionamento del PAT, conclude Cabrelle. Come più volte denunciato, per evitare un ingiustificato consumo di suolo e salvare la campagna, bisogna ridurre non solo l’espansione edilizia prevista dal nuovo PAT ma anche quella residua del vecchio PRG ed in particolare quella delle zone di perequazione il cui volume edificabile è di oltre 1.100.000 metri cubi.
