A detta di Giorgio Palù , preside della Facoltà di medicina, settembre 2007 è il termine per la presentazione del progetto Regione/ Università sul nuovo ospedale. Inquesta fase, quindi, alcuni nodi dovranno essere chiariti per una piena comprensione del percorso necessario per arrivare alla possibile edificazione del nuovo ospedale di Padova.
Abbiamo ripetutamente sottolineato il fatto che ci sembra quantomeno strano che la richiesta di erigere un nuovo ospedale sia stata avanzata dai costruttori edili e non dalla comunità scientifica. Questa pretesa e bisogno a chi e che cosa risponde? Quale necessità esprimono invece i malati bisognosi di cure? Sinora si è ampiamente discusso del contenitore e meno dei contenuti. La relazione progettuale di settembre 2007 dovrebbe colmare questo deficit pesante di democrazia politica indicando per chi sarà costruito il nuovo ospedale.
Vogliamo che siano date risposte ai seguenti nodi:
Programmazione regionale: quale ospedale sarà costruito? Per quali bisogni? Con quale dotazione di reparti e di posti letto? Che fine faranno gli attuali servizi ospedalieri della rete di prossimità (es. Sant’Antonio)? (…)
Piano di recupero dell’Azienda Ospedaliera: bisogna che il piano di recupero dell’azienda ospedaliera sia garantito e mantenuto. Notiamo invece un significativo rallentamento degli interventi in Azienda Ospedaliera di Padova nell’attesa del nuovo ospedale. (…)
Integrazione dei servizi: la CGIL è da sempre contraria al gigantismo delle strutture e al consumismo sanitario ospedaliero. Bisogna che la struttura ipotizzata si integri in modo accettabile con le strutture pubbliche e private esistenti, con l’attività distrettuale e territoriale. (…)
Le risorse: la Regione e l’Università devono, in via preliminare, indicare e disporre delle risorse necessarie. La CGIL rimane contraria all’uso della finanza di progetto in quanto sarebbe inevitabilmente il finanziatore privato a decidere l’attività sanitaria. (…)
La sostenibilità territoriale: questa deve essere la condizione che il progetto fa propria sul versante ambientale, territoriale, economico. In questa contesto va attentamente valutato l’indispensabile presidio che va mantenuto e qualificato in centro città per dare risposta ai bisogni primari della popolazione. Per la porzione di spazio e di volumi che si liberano in centro città deve essere prioritaria una scelta ambientale che riqualifichi lo spazio urbanistico urbano tenendo lontani gli appetiti immobiliari sull’area.
Tante questioni e domande che richiedono scelte precise e giuste.Questo sarà più facile se al centro del progetto sarà collocata la persona bisognosa di cure e non altri interessi.
Questo è l’unico modo che conosciamo per affrontare seriamente questa scelta!
Ilario Simonaggio, segretario generale Cgil Padova