Tra il 2008 e il 2014 il sistema di piste e percorsi ciclabili è migliorato; ma moltissime cose rimanevano da fare. Su questo tema, nel 2014, le promesse di Massimo Bitonci, messe nero su bianco nel suo programma elettorale, furono queste: “la realizzazione di piste ciclabili protette, non accessibili alle auto, segnalate. Potenziamento degli stalli e di aree di sosta sicure, illuminate e controllate da telecamere per contrastare il fenomeno dei furti. In due anni e mezzo l’unica realizzazione è stata quella a Ponte di Brenta, grazie ad un precedente progetto già finanziato. Altre piste? un breve tratto in via Pelosa di completamento e il progetto finale di via Bembo.
Dichiara Andrea Nicolello, responsabile ciclabilità di Legambiente Padova: “in realtà il suo primo atto da Sindaco di Bitonci fu di bloccare la realizzazione della pista in corso Milano ed anzi dichiarò:“mai farò piste che tolgono parcheggi per i commercianti”. Dimenticando che ben oltre il 30% di chi usa la bici (cioè poco meno di 10.000 persone/giorno) lo fa per andare a fare acquisti. Altri gli esempi negativi non mancano, due su tutti: le rotatorie a fagiolo di via Buonarroti e della Stanga. Alla Stanga mancano le piastre rialzate e gli attraversamenti ciclo-pedonali sono stati allontanati così tanto dall’incrocio, che risultano poco utilizzabili. In via Buonarroti/Guicciardini manca tutto: segnaletica, piastre, quadrotti, illuminazione; l’unica azione è stata la cancellazione con il bitume della segnaletica orizzontale pre-esistente.
Grida vendetta il caso della postazione di bike sharing in via Marzolo, smontata provvisoriamente da oltre 2 anni, nonostante risultasse la più utilizzata, e mai ricollocata. Sicuramente alcune arterie di ingresso verso i grandi attrattori devono essere attrezzate con piste separate: da nord manca via Buonarroti; da est via Venezia ha troppe interruzioni. Da ripensare, proteggendola, c’è via Goito e poi le circonvallazioni. Anche il nodo del Bassanello ha ancora troppi tratti monchi.
Ma ciò su cui serve dare una svolta sono la ciclabilità diffusa e le zone 30: in area ZTL, la bici deve poter percorrere tutti i sensi di marcia. Cartelli e segnaletica orizzontale, in accordo con il Codice Stradale, permetterebbero di normalizzare un comportamento diffuso, garantendo sicurezza” conclude Nicolello.
Legambiente Padova 3498901446