Va premesso che la quantificazione della SAU incide direttamente sulla determinazione della capacità insediativa del PAT, cioè sugli insediamenti sia residenziali che produttivi che potranno essere realizzati. Le aree di nuova espansione, infatti, potranno essere previste all’interno delle aree attualmente utilizzate ad uso agricolo solo se rispettano i limiti fissati dalla normativa regionale.
Il Capo del Settore Urbanistica, nel rispondere alla prima richiesta di chiarimenti, ha dichiarato che il Comune aveva già predisposto il PAT quando la Regione ha modificato i parametri per la determinazione della SAU, per cui hanno deciso di rimandare le necessarie rettifiche al momento della predisposizione del primo Piano degli Interventi.
Questa risposta è del tutto insoddifacente in quanto il Piano degli interventi richiederà tempi lunghi, mentre nel frattempo continuano ad essere sottratte aree agricole per destinarle ad altri usi. Un esempio recente è quello di Mortise dove, per realizzare un nuovo polo scolastico, è stata prevista l’urbanizzazione di 106.000 mq di terreni agricoli.
C’è inoltre da dire che sono più di 4 milioni le aree, definite dal PAT come Superficie Agricola Residua (superficie per cui è sempre possibile il cambio di destinazione d’uso), che potrebbero essere in parte classificate come SAU, sulla base dei nuovi criteri regionali, ed essere quindi assoggettate a limitazione della trasformazione d’uso. Se tale riconversione dovesse riguardare una porzione consistente della SAR, lo stesso PRG vigente potrebbe essere in parte compromesso nelle parti non ancora attuate.
Legambiente ha pertanto inoltrato una ulteriore richiesta di chiarimenti e di modifiche al PAT, in cui in sostanza si chiede:
– che vengano esplicitati i criteri utilizzati per il dimensionamento del PAT nel censimento delle superfici agricole SAU e assimilate;
– che prima dell’approvazione definitiva del PAT venga rivista la relativa cartografia e vengano rivisti i calcoli relativi alla SAU, non rinviando detta verifica all’adozione del primo Piano degli Interventi;
– che venga immediatamente effettuata la verifica di compatibilità del PRG vigente rispetto al limite massimo di aree SAU trasformabili, stralciando le previsioni di destinazione d’uso non compatibili ed istituendo l’apposito Registro di controllo, qualora ciò corrisponda con i criteri dell’atto di indirizzo della Regione.
A tali richieste, più volte sollecitate, il comune continua a non dare risposta, preferendo la gestione urbanistica del giorno per giorno.
Qualora il comune insistesse nel rimandare al Piano degli interventi la verifica della correttezza del dimensionamento della SAU, potrebbe avere l’amara sorpresa di riscontrare di aver consumato più suolo agricolo di quanto gli consentiva l’applicazione della norma regionale. Le conseguenze potrebbero essere gravi e comportare pesanti danni patrimoniali al comune.