Di diritti e terrorismo

Intervista a Ilario Simonaggio, segretario generale della Camera del Lavoro di Padova

Che cosa significa per la Cgil di Padova quanto è accaduto?
“Noi non abbiamo avuto consapevolezza di ciò che stava accadendo. Le fabbriche sono un contesto, non un brodo di coltura come dimostra il fatto che in realtà siamo di fronte a pochi casi isolati. I metalmeccanici non possono essere criminalizzati anche se questi avvenimenti ci dicono che dobbiamo ripensare come viviamo il rapporto dentro le fabbriche e che ci vuole un gruppo dirigente più selezionato”.

Come si pratica la democrazia in questo caso?
“Le pratiche democratiche sono il risultato di un modo d’essere. Nelle RSU si è ridotto bacino qualitativo da cui pescare. In Veneto e a Padova poi non c’è mai stata la grande fabbrica quindi scarso contesto formativo e inoltre in questo territorio c’è il ribellismo di stato (lega) e quello giovanile (centro sociali). La conquista generalizzata ha bisogno di un percorso lungo e condiviso per lo statuto dei lavoratori ci sono voluti 5 anni. Salvaguardando rappresentanze dei lavoratori nessuna resa dei conti. Non ci sono più i partiti che facevano formazione e i legami territoriali sono venuti meno.

C’è necessità di una revisione profonda di un certo linguaggio?
“Prima di parlare pensa. Trovo che sia una buona massima. E’ cresciuto negli anni nel nostro paese un uso “improprio” del linguaggio e si sono percorsi sentieri impraticabili; così insulti e dileggio, sono diventati la norma. E’ necessario usare linguaggio più sobrio. Basta con la politica gridata. Questo non è un problema del sindacato, ma un problema sociale”.

Prodi ha detto che dai sindacati ci vuole una sorveglianza più forte
“Non accettiamo lezioni da nessuno perché ciascuno deve fare meglio il proprio mestiere per aiutare una democrazia compiuta”.

C’è chi criminalizza i movimenti
“E’ sbagliata l’equazione centri sociali-terrorismo perché butta la croce addosso ai centri sociali. Anche in questo contersto vanno distinte le responsabilità soggettive. Non si deve pensare di chiudere indiscriminatamente perché poi che risposta dai ai giovani? La risposta, comunque, deve venire dalla società, non dalla CGIL e noi siamo convinti che il restringimento delle libertà democratiche non aiuta. Noi siamo una Cgil aperta, ma pur restando accoglienti saremo più attenti”.

Vicenza è stata una risposta anche al terrorismo?
“Vicenza ha dimostrato che è possibile manifestare se si sceglie la non violenza e il rispetto della legalità. A Vicenza hanno guadagnato tutti e alla domanda: “e adesso?” è necessario venga data una risposta”.

Donatella Gasper