Dopo la bagarre rilanciamo San Carlo

Sul futuro di San Carlo va segnalato un fatto nuovo: due fra gli attori principali del confronto referendario, il geom. Favero, nella sua qualità di presidente dell’impresa promotrice dell’intervento, e Legambiente, una delle associazioni schierate contro il progetto delle Torri di S.Carlo, si sono incontrati ed hanno trovato un accordo su come riavviare un confronto costruttivo, che abbia come obiettivo la realizzazione di un progetto condiviso di riqualificazione dell’area.
L’incontro si è tenuto, alla fine di novembre, presso la sede dell’immobiliare Valli ed ha visto presenti, per la società promotrice, il geom. Favero ed il progettista arch. Angelo Barbato e, per Legambiente, il suo presidente arch. Sergio Lironi e l’ing. Lorenzo Cabrelle. In piena onestà intellettuale il geom. Favero, pur difendendo il Programma di Riqualificazione bocciato dal referendum, ha preso atto che tale progetto non rispondeva alle aspettative degli abitanti del quartiere. Il presidente dell’Immobiliare Valli ha, inoltre, apprezzato il fatto che Legambiente non appartiene al partito del “non fare”, ma è interessata alla realizzazione di un progetto di vero recupero urbano. Tale progetto dovrà soddisfare l’esigenza della collettività di avere spazi di servizio ed attrezzature pubbliche di qualità, che si pongano come elementi identitari del quartiere, e nel contempo garantire all’operatore privato un equo profitto, consentendogli l’edificazione di una ragionevole v olumetria.
Al termine dell’incontro le parti hanno convenuto che la via più appropriata, per conseguire questi risultati, è quella di approfittare dei processi partecipativi che i quartieri stanno organizzando per la costruzione del Piano di Assetto del Territorio, e di istituire un laboratorio di quartiere che tratti lo specifico argomento della progettazione del luogo di centralità urbana del quartiere. L’immobiliare Valli, inoltre, si è dichiarata pronta a partecipare, anche finanziariamente, alla creazione di questo laboratorio.
Quanto convenuto nell’incontro è certamente importante, anche perché sta a dimostrare che, qualora vi sia la volontà di accettare il confronto sui temi che riguardano la trasformazione di quel bene collettivo che è il territorio, l’interesse pubblico e l’interesse privato possono essere trattati in modo non conflittuale.
Spetta ora al Comune fare la sua parte, assumendosi il ruolo di promotore e coordinatore dell’attività di progettazione partecipata dell’area, quantomeno per quanto riguarda i principi ordinatori del progetto, al fine di far sì che l’assetto del centro urbano del quartiere possa essere inserito nel PAT che è in fase di costruzione.

Per approfondire
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Lorenzo Cabrelle, Legambiente Padova