Non sarà la rivoluzione del traffico, ma sicuramente un nuovo inizio. L’ecopass milanese scattato il 2 gennaio (il ticket per accedere in auto nel centro storico) manda in soffitta provvedimenti di scarsa o nulla efficacia (limiti alle no kat, blocchi sporadici della circolazione) e introduce il "pay per use" che in altre realtà metropolitane (vedi Londra, Stoccolma e Oslo) ha dimostrato tutta la sua validità. Un provvedimento molto atteso perché rappresenta un segnale di discontinuità rispetto ai palliativi, seppur necessari, utilizzati fino a oggi come unici strumenti contro traffico e smog.
In Veneto dopo anni di pannicelli caldi c’è bisogno di un cambio netto delle politiche sulla mobilità, che rilanci il trasporto pubblico e nel contempo limiti l’invasione del traffico. Con la finanziaria 2008 e la partecipazione agli introiti dell’accisa la Regione Veneto dovrà finalmente rivedere i finanziamenti per il trasporto pubblico (fermi ai contributi del 1997) e mettere mano agli interventi strutturali che tardano (primo fra tutti l’SFMR, il cui avvio è ora rinviato al 2010).
Anche a Padova serve una terapia d’urto contro il congestionamento da traffico e l’altissimo inquinamento atmosferico. Gli strumenti proposti da Legambiente al Convegno europeo del 2006 “Chi paga per l’inquinamento” al SEP di PadovaFiere, sono chiarissimi. E’ giunto il momento che anche a Padova e in Veneto i Comuni sperimentino i pedaggi urbani (road pricing): disincentivare il traffico privato, diminuendo i volumi di auto, liberando strade per le corsie preferenziali e piste ciclabili e offrendo un gettito costante alle casse comunali per finanziare il potenziamento e il miglioramento dei servizi di trasporto pubblico è la ricetta giusta. Le strade d’accesso alla città sono circa quindici e tutte intersecano le tangenziali: &egr ave; a quell’altezza che potrebbe essere istituito l’ecopass, iniziando da dove esistono già i parcheggi scambiatori con i bus.
La leva economica è senz’altro utile allo scopo per e disincentivare l’uso delle quattro ruote contemporaneamente trovare finanziamenti al trasporto pubblico locale.
In parte è quanto sta facendo da un anno il Comune di Padova con la ZTL, che nasceva con l’intento di salvaguardare il centro storico. Legambiente nel 2007 ha ottenuto che una quota del gettito delle multe, stabilito dal Comune in 600.000 euro, servisse per rafforzare con 100 corse in più al giorno il trasporto cittadino. Per il 2008 il finanziamento aggiuntivo è stato confermato anche perché ha dimostrato la sua efficacia: nel corso del 2007 il numero di passeggeri è cresciuto di quasi 1 milione rispetto l’anno precedente, grazie all’intensificazione delle corse e all’avvio del Tram a pieno regime da ottobre.
Alle stimolazione provenienti dal capoluogo lombardo l’assessore alla Mobilità Ivo Rossi ha replicato dicendo di preferire un modello che incentivi le pratiche virtuose lanciando l’idea di “Accessi a credito alla città invece del ticket”, concedendo, in un anno, un tot di entrate in auto a scalare verso la città, esaurito il quale si deve pagare o utilizzare mezzi ecologici alternativi (bici, autobus, treno).
L’idea di Rossi non ci dispiace e vorremmo approfondirla, purchè si applichi sull’intera area all’interno delle tangenziali e preveda una forma di sostegno per il potenziamento del trasporto pubblico. E’ necessario però partire subito almeno con alcune sperimentazioni (ad esempio l’“abbonamento alla città”, dove per una cifra da stabilire si possa usufruire, in alternativa all’auto, della possibilità di tram, bus, treno, parcheggi scambiatori e servizi facilmente realizzabili quali car sharing e bike sharing), prima che si concluda la “legislatura” Zanonato.
Comunque, visto che Rossi è un autorevole membro del Partito Democratico ci aspettiamo che la necessità di limitare traffico e inquinamento diventi un tema forte della prossima campagna elettorale per le amministrative padovane.
Lucio Passi