ELEZIONI
Prime adesioni di candidati padovani al Patto per l’Ambiente

Proposto da  Legambiente da una settimana, anche a Padova, il Patto per l’ambiente riscuote le prime adesioni di canidati nel nostro collegio enttorale. Hanno aderito oggi Francesca Andreose, Maura Angelillo, Rossano Palazzin, Daniela Ruffini, Paolo Wieczorek, Luisa De Biasio in Calimani, Giuliana Beltrame, Luisa Ravanello. Anche se non padovani, ma canditati qui alla camera e al Senato lo sottoscrivono anche Paolo Ferrero e Nicola Tranfaglia.

"L’auspicio – commenta Lucio Passi, Coordinatore di Legambiente Padova – è ovviamente che altri candidati, di altri altre forze politiche, seguano il loro esempio.

 Realizzare le infrastrutture utili, abbandonare definitivamente l’opzione nucleare, far partire una nuova stagione di demolizione degli ecomostri e per la legalità, introdurre i reati ambientali nel codice penale, sostenere e valorizzare i piccoli comuni, sfruttare la lotta ai cambiamenti climatici per innovare l’economia, investire sulla qualità culturale dei territori.

Sono alcuni dei punti contenuti nel Patto per l’Ambiente di Legambiente, un programma per la sostenibilità che l’associazione ambientalista sta sottoponendo ai candidati dei diversi schieramenti in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile prossimi.

Al programma di Legambiente, a livello nazionale  hanno già dato la loro adesione candidati che appartengono a forze politiche diverse, dalla Sinistra Arcobaleno, al Popolo delle libertà, al Partito Democratico. “Il nostro Patto per l’ambiente non è un libro dei sogni – afferma Lucio Passi Coordinatore di  Legambiente Padova – ma propone un insieme di azioni concrete che evidenziano la necessità di decidere, di attuare strategie nell’interesse del Paese e dei cittadini, superando le vecchie logiche di schieramento. In Italia servono più infrastrutture per liberare le città dalla morsa del traffico, più energia rinnovabile, più ferrovie. E serve anche un’azione di contrasto più incisiva per cancellare ecomafie ed ecomostri, per liberare ampie zone del Paese dal pattume, dal traffico, dall’inquinamento. Chiunque sia al Governo del Paese non può prescindere dall’interesse generale”.

Nel Patto per l’Ambiente di Legambiente al primo punto c’è subito il mutamento climatico e l’innovazione energetica. L’Italia deve assumere come prioritari la sfida europea: una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra e dei consumi energetici e il raggiungimento di almeno il 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020. Sul fronte dei rifiuti si sollecita la necessità di rendere più convenienti la raccolta differenziata, il recupero delle materie prime e il riciclo, anche attraverso incentivi fiscali. C’è quindi un secco no al nucleare, agli ogm e ai condoni edilizi e la richiesta di inserire i crimini ambientali nel Codice penale. Il Patto rivendica, inoltre, più cultura per tutti e un serio investimento culturale e finanziario sulla scuola e sugli insegnanti, chiede che sulla ricerca si investa il 3% del Pil, suggerisce la valorizzazione, anche in chiave economica, di aree protette e piccoli comuni, una fiscalità diversa che riorienti il sistema produttivo favorendo i comportamenti virtuosi e penalizzando gli sprechi.