Di seguito tre lettere dei nostri lettori.
Difendo il regolamento comunale delle associazioni
Spettabile redazione di "Ecopolis", intanto grazie per tutto il lavoro di informazione ambientale che rendete, però permettetemi di criticare l’articolo uscito sul numero 91 in cui si afferma che il nuovo Regolamento comunale delle Associazioni è stato elaborato con scarsissimo coinvolgimento delle Associazioni stesse: non è vero in quanto la bozza del Regolamento è stata inviata con molti mesi di anticipo sulla sua approvazione, e delle oltre 400 organizzazioni non profit coinvolte solo 5 hanno risposto all’invio proponendo suggerimenti e/o modifiche; inoltre, chi ha voluto incontrare la segreteria dell’Ufficio comunale dedicato ha trovato la possibilità di discutere l’argomento. Certo, poi si può non essere completamente d’accordo con la stesura definitiva, ma credo che per una volta sia mancata proprio la presenza attiva delle organizzazioni non profit a cui tale Regolamento si rivolge.
Alberto Borin – Consulente Organizzazioni Non Profit
Se l’Assessore al Partecipazione Scortegagna, che è pure professore di Sociologia, scambia l’invio di una lettera per un processo partecipativo non c’è per niente da star tranquilli. Comunque proprio quelle cinque associazioni di cui parla il lettore avevano proposto all’Assessore di convocare incontri pubblici con le realtà no profit per discutere del regolamento: la proposta non è stata accettata insieme a nessuna delle altre avanzate.
Chi blocca il difensore civico?
Ancora resiste a Padova il segretario-comunale/direttore? Ma, chi è che blocca il difensore civico, vero cardine della legalità nei comuni e della tutela delle minoranze? Non è che la sinistra, quando va al potere, si dimentica talvolta, degli istituti di garanzia? O che, a parte l’articolo di qualche mese fa, si accontenta di posizioni di potere e di ascolto per i propri stakeholders (quali anche Legambiente).
Ripeto: chi è che blocca il difensore civico? Zanonato e la politica di maggioranza e di potere o l’alta dirigenza locale in mano al city-manager? Oppure, tutti e due in un accordo spartitorio osceno?
D’altra parte, chi ha provveduto alla oscena lottizzazione politica dei segretari comunali-city managers, buttando nel cesso tutta la professionalità dei segretari comunali, che già all’epoca erano i migliori dirigenti/e/o funzionari apicali di Enti pubblici, capaci di coniugare legalità e modernità? Bassanini, ovviamente, per il quale, udite-udite, si va parlando ora di una Presidenza di una fantomatica agenzia di formazione pubblica che andrà a sostituire la Scuola superiore della pubblica amministrazione.
Paolo Brignole
Interrogativi che meritano una risposta… Per parte loro Legambiente ed Ecopolis hanno denunciato più volte la mancata nomina del Difensore Civico.
Una follia trasformare l’idrovia in camionabile
Ho letto l’ottimo articolo del Dott. Lorenzo Cabrelle in merito all’incompiuta idrovia padovana. Va chiarito innanzitutto che il completamento dell’idrovia comporterebbe un onere del tutto irrisorio. Al proposito si era pronunciato a suo tempo anche Rossi Luciani, Presidente degli Industriali padovani, in quanto il completamento dello scavo potrebbe costituire un effettivo finanziamento e non un costo per gli enti preposti, in relazione alla fame di terra da riporto che le varie opere pubbliche ed infrastrutture in progetto nel Veneto richiedono.
L’altro elemento che propende per il completamento dell’Idrovia e lo scavo del Porto Interno (già completo di banchine e bitte di attracco delle navi fluviomarittime).
L’attuale situazione di stallo costituisce un forte handicap per l’Interporto, notoriamente alla ricerca di spazi per lo stoccaggio dei container in attesa d’instradamento sui treni. Il Porto interno completato, collegato all’idrovia, sarebbe, anche in attesa di un futuro completamento della stessa, un ottimo spazio di stoccaggio per decine di migliaia di container. Non mi dilungo sulla questione della salvaguardia. Perdere un’occasione del genere che metterebbe Padova in sicurezza idrogeologica, è da veri irresponsabili!
Infine, la logistica e l’intermodalità. Siamo strategicamente collocati sul bordo del Corridoio 5 che collegherà Lisbona a Kiev e sul punto più a Nord del Mare Mediterraneo (Corridoio Adriatico). L’Europa in futuro avrà relazioni crescenti con l’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Singapore, India). La rotta più breve tra questi poli di sviluppo è la via d’acqua che dall’Oceano Indiano, Mar Rosso, Suez, Mediterraneo, Mare Adriatico- Mar Nero penetra nel Centro ed Est Europa.
Come fa una classe dirigente (economica e politica) ad essere indifferente sull’essere o meno in rete con questo sistema di comunicazioni? A ciò si aggiungono gli effetti nocivi (inquinamento, incidentalità, consumo di energia, costi esterni) che questo flusso di comunicazione avrà sulla qualità del nostro ambiente vitale. La differenza la può fare solo la modalità di trasporto delle persone e delle merci, su ferrovia, aria e su acqua che le diverse modalità di trasporto comportano.
Padova ed il Veneto hanno grandi opportunità di sviluppo ma una classe dirigente che non sa guardare oltre al naso e pensa solo al quotidiano.
Bruno Geromin