Quali sono stati i risultati dei vari “Piano Casa” sul territorio cittadino? E’ una domanda legittima che purtroppo non ha avuto risposta da parte del Comune di Padova. Legambiente ha chiesto agli uffici quali fossero gli effetti, in termini di cubatura e di suolo consumato, derivanti dalla legge regionale sul piano casa dal 2009 a oggi.
Alla domanda di quanti metri cubi siano stati realizzati come ampliamenti rispetto all’esistente il Comune è stato in grado di fornire solo il numero di richieste presentate che per l’edilizia residenziale, 1291, senza alcuna indicazione sugli interventi effettivamente realizzati e sul loro impatto in termini di nuova cubatura concessa.
“E’ incredibile che il Comune non conosca questi dati” – afferma Lorenzo Cabrelle, del direttivo di Legambiente ed esperto di urbanistica – “come si può fare pianificazione urbanistica senza conoscere un parametro così importante come il volume di edilizia residenziale presente in città?”.
Il PAT (Piano di Assetto del Territorio) elaborato dal Comune prevede su base decennale un aumento di cubatura residenziale di quasi 5 milioni di metri cubi (2.607.892 già previsti dal PRG più 2.084.232 di ampliamento dal PAT) in questi valori non sono presenti però gli ampliamenti dovuti al piano casa che andrebbero almeno scomputati. Ma come è possibile farlo se il Comune non li conosce?
“Questo è un altro motivo per cui è necessario rivedere il PAT, ridimensionando l’abnorme possibilità di edificare prevista in città” – continua Cabrelle. Chiediamo ai candidati Sindaco che si esprimano con indicazioni precise sulle loro intenzioni in proposito. “Ricordiamo che la possibilità edificatoria del piano nasce dall’errore di fondo di una stima di crescita della popolazione residente in città di 24.185 abitanti in dieci anni che non si sta rivelando nemmeno verosimile: dai dati statistici del comune del 2013, risulta che negli ultimi 5 anni è cresciuta solo di 3.185 unità”. Queste osservazioni sommate a quella già emersa lo scorso anno che riguarda l’errore (ammesso dallo stesso ufficio urbanistica) nel calcolo della superficie agricola che può essere trasformata ad altro uso, al numero di abitazioni sfitte non computate ai fini del soddisfacimento dell’esigenza abitativa prevista dal PAT (nel 2012 erano più di 7600), nonché all’irrisolto problema idraulico che la densificazione della città derivante dal Piano Casa di sicuro aggraverà, fanno della revisione del PAT, adottato nel 2009 ed ancora nel limbo, un’azione non procrastinabile. LegambienteLegambiente chiede al Comune la diffusione di dati aggiornati sulla quantità suolo consumata, sulla cubatura presente in città e sul patrimonio edilizio esistente inutilizzato o sottoutilizzato e lancia un appello ai candidati alle prossime elezioni amministrative: serve un impegno chiaro nel fermare l’alluvione edilizia che rischia di soffocare una città già martoriata, rivedendo i piani urbanistici comunali tagliando la volumetria prevista