Si sta cancellando in modo irreversibile, a favore di una cementificazione invasiva, la storica e inscindibile connessione di equilibrio che c’è stata tra la natura dei luoghi e l’insediamento umano, che è il fattore caratterizzante del nostro paesaggio italiano, la memoria dell’uomo legata alla memoria dei luoghi, in un rapporto di totale empatia. Questa affermazione rischia di essere fraintesa perché spesso si pensa che la conservazione dei luoghi precluda il progresso e la crescita tecnologica. A tal riguardo ci ha risposto il professore Francesco Vallerani al quale abbiamo chiesto quali sono secondo lui i principi che una città dovrebbe adottare per essere sostenibile: “Le città sostenibili -dice Vallerani- sono quelle dove si riesce a restituire la qualità di acqua e aria, dove la mobilità è dolce (piedi e bici) soprattutto nel caso di città di pianura dove è più facile l’uso della bicicletta. Sostenibilità urbana si gioca anche nel consumo energetico, coinvolgendo gli abitanti in scelte politiche di condivisione e di riabilitazione del concetto di bene comune”.
Il progresso che non è disdegnato, può essere favorito invece attraverso politiche adeguate di sviluppo territoriale che non compromettono l’equilibrio e la qualità della vita di chi lo abita, ma lo rendono sostenibile.
-Allora, prof. Vallerani, la via della felicità è nel cambiamento dalla civiltà dei consumi alla civiltà dei valori?-: “Sul ruolo della qualità esistenziale dell’autentico ben-essere rispetto al ben-avere suggerisco di considerare il libro di Mauro Bonaiuti “Obiettivo decrescita”, che risponde in maniera completa alla domanda, per non rischiare di essere semplicistici. Un accenno al frontespizio del libro che recita: Ciascuno di noi è ricco in proporzione al numero delle cose di cui può fare a meno”.
Roberta Di Luca – Redazione Ecopolis