In piazza contro la cementificazione! L’Adriatico ridisegna il Veneto

A prima vista temi come: il terminal a Dogaletto, la TAV tra Venezia e Portogruaro, la Nuova Romea e la camionabile sull’idrovia, possono apparire distinti e distanti, ma in realtà non lo sono.

In comune hanno l’idea di accentrare sul porto lagunare le vie di comunicazione, ferroviarie e stradali. Chi a vari livelli amministrativi la sostiene, pare non rendersi conto di quanto il Terminal off Shore (TOS) al largo di Malamocco abbia cambiato le prospettive, dal momento che è qui il punto focale dell’interfaccia mare-terra, non Marghera o i moli di S. Marta.

Le nostre domande sono: perchè trasportare merci e containers via terra fino a Marghera, quando possiamo raggiungere dal TOS con battelli fluvio-marittimi qualsiasi scalo portuale compreso tra Ancona a Monfalcone? Perché non immaginare città dell’interno della valle padana collegate all’Adriatico, qualora venisse reso navigabile il Po? Già oggi 4-5 battelli fluviali, spostandosi lungo il Canale di Valle (Chioggia) raggiungono il Fissero Tartaro Canal Bianco e arrivano a Mantova provenienti da Venezia, togliendo dalle strade in un anno 17.000 viaggi su camion.

Se un battello, partendo dal TOS e viaggiando lungo costa, può raggiungere Monfalcone o Ravenna, a che serve discutere quale tracciato far fare alla TAV e alla Nuova Romea? Perché non usare le vie d’acqua, senza ferire a morte un territorio? L’Adriatico può riconfigurare il Veneto !

A nostro avviso quelle due opere sono ormai fuori mercato. Se pensiamo ai costi e ai tempi necessari per la TAV – il Corridoio 5 nel suo percorso italiano – sarà di fatto una infrastruttura superata, quando sarà stata completata.

A Nord delle Alpi è in fase molto più avanzata un collegamento Alta Capacità, che partendo da Lione collega Digione, Stoccarda, Monaco, Vienna, Budapest. I ritardi accumulati nel nostro Paese ci hanno messo fuori mercato. La nostra Confindustria, il Governo nazionale e quello regionale ne prendano atto.

Molto meglio sarebbe se dedicassimo quei soldi per costruire il Corridoio 28 (Monfalcone, Vienna, Praga, Varsavia, Riga), che incrocia il “nuovo corridoio 5” nella capitale austriaca. Del resto anche la TAC Rotterdam-Genova, già in costruzione, toglie senso e motivazioni al passaggio in Italia del principale Corridoio europeo Est-Ovest.

Il TOS, qualora fosse collegato con battelli a Monfalcone, non solo renderebbe la TAV veneziana, qualunque fosse il suo tracciato, un inutile spreco di risorse e di territorio, ma risparmierebbe le spese per il dragaggio del porto in provincia di Gorizia. Opera indispensabile all’attracco delle grandi navi.

Lo stesso ragionamento sul rapporto mare-terra vale anche per il tratto autostradale della N. Romea fino a Ravenna. Qualunque scalo della riviera romagnola, capace di ricevere battelli che pescano 3,5-4 mt , potrebbe essere valorizzato (da Porto Levante a Ravenna….).

La trasposizione di queste idee in linguaggio politico-amministrativo, consiglia caldamente che venga aggiornato il PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, ovvero il testo base della programmazione del Veneto per i prossimi due decenni). Il testo già adottato dalla Giunta Galan nel 2009, è chiaramente datato ed eccentrico rispetto alla situazione infrastrutturale creata dal TOS.

Il TOS riconfigura le nostre infrastrutture e quindi le nostre priorità.

Se gli verrà permesso di distribuire i containers su più scali, quasi fosse il cardine di un “porto diffuso”, allora diventerà davvero competitivo rispetto a molti altri porti. Nazionali ed esteri.

Se invece dovesse concentrare i suoi containers a Dogaletto, lasciandoli fermi su quel piazzale per 3-4 settimane in attesa di un qualunque mezzo di trasporto – come accade a G. Tauro – allora avremo sprecato tempo, denaro, occasioni di sviluppo e la creazione di nuova occupazione su larga scala.

La mia Associazione suggerirà nei prossimi giorni a tutti i Comitati che si oppongono a vario titolo alla TAV, alla N. Romea e alla Camionale (vedi qui i motivi dei no alle varie grandi opere che cementificano la riviera – manifestazione a Dolo sabato 12 marzo) questa prospettiva infrastrutturale, come pure la richiesta alla Regione per l’integrale revisione del PTRC.

Carlo Crotti, Presidente Ass.
Salvaguardia idraulica del territorio padovano e veneziano