C’è chi dice che Legambiente critica troppo il Comune. Sono piuttosto alcune scelte dell’Amministrazione ad essere inadeguate. Soprattutto alla luce della grande
sensibilità ambientale dei cittadini dimostrata in due recenti occasioni, il 16 e il 25 febbraio Mai come in questo periodo, infatti, la sensibilità dei cittadini sui problemi ambientali è stata così alta.
Lo confermano due recenti episodi:
16 febbraio: nei primi 5 minuti dell’iniziativa “M’illumino di meno” in occasione del recente anniversario del protocollo di Kioto contro l’effetto serra ed i cambiamenti climatici, sono state spente 5 milioni di lampadine.
25 febbraio: domenica senz’auto in pianura padana. La stragrande maggioranza degli italiani, ben l’83%, era convinta che il blocco alle auto fosse una decisione giusta (sondaggio di IPR Marketing).
I cittadini scelgono l’ambiente, dunque, ma a Padova troppe scelte dell’Amministrazione vanno in direzione opposta. Legambiente le critica e c’è chi non gradisce. Ma cosa dovrebbe fare un’associazione ambientalista di fronte alle decisioni sbagliate? Scegliere il silenzio?
Sono vari i punti di disaccordo con le politiche di palazzo Moroni: a partire da molte politiche della mobilità, fino ad arrivare allo scontro aperto per il futuro di quello che doveva essere il parco più grande di Padova, il Basso Isonzo. Padova poi continua a rimanere attanagliata dal problema polveri sottili, soffocata da livelli di inquinamento tra i più alti d’Italia, ma il potenziamento del trasporto pubblico è stato assai debole, mentre il traffico, a parte la zona blu (ZTL), non ha nessuna briglia… Anzi, sono piovuti i progetti per gli autosilos in centro. Dall’ex Cledca, ai vicini mille posti interrati su due piani previsti al di sotto dell’area PP1 di via Trieste, passando per il progetto dei garage sotterranei in Prato della Valle e sotto piazza Mazzini. Parcheggi che aumenteranno il traffico in tutta la città, perché invoglieranno migliaia di cittadini ad usare la loro vettura, a scapito degli autobus: “Se posso parcheggiare in centro perché dovrei mollare la ma cchina al parcheggio scambiatore e prendere il bus?”
Ma le distanze più ampie tra Legambiente e alcuni settori dell’amministrazione si riscontrano sul destino dei cunei verdi, a cominciare della più grande area verde rimasta a Padova: quella dove doveva sorgere il primo parco urbano della città, al Basso Isonzo e dove nascerà poco più di un giardino attrezzato circondato da condomini, per continuare con la zona dell’Iris. Anche lì il verde ha dovuto cedere il passo… ai condomini della compagnia delle opere… E questo è il risultato della variante al Piano regolatore comunale, voluta in primis dall’assessore all’urbanistica Mariani, che permette quasi due milioni di metri cubi di cemento di nuova edificazione.
Legambiente, queste scelte sbagliate continuerà a denunciarle, come parallelamente riconosce il merito di quelle giuste. Non facciamo altro che fare il nostro lavoro. Quello di un’associazione ambientalista.
lp