Iris: l’irresistibile tentazione del cemento

Riceviamo e pubblichiamo volentieri questo articolo di Luisa Calimani 

IRIS. L’irresistibile tentazione del cemento

Le ricette sbagliate fanno morire il paziente. Così avverrà per l’Italia se dopo il disastro avvenuto a Genova, qualcuno riterrà che la risposta da dare sia la deregulation e non invece più regole sul controllo del territorio, che non consentano la costruzione dei mostri di cemento che hanno impedito il deflusso delle acque del torrente Bisagno. I sindaci, senza i quali non si potrebbero realizzare le cementificazioni che rendono più devastanti gli effetti degli eventi atmosferici, sembrano sempre colti da amaro stupore. E purtroppo non è vero che la priorità di questo Governo sia il dissesto idrogeologico. Non lo è, non solo perchè gli investimenti previsti nel Decreto Sblocca Cantieri vanno nel verso opposto, ma anche perchè vengono tolte quelle già labili precauzioni che servono a prevenire dissesti futuri che si annunciano sempre più frequenti e devastanti; disastri che sono veri crimini compiuti da veri criminali, anche se portano la fascia tricolore ai funerali delle vittime.

Si sta presentando anche a Padova un caso concreto: la perimetrazione dell’area a perequazione integrata Forcellini, così detta “Parco Iris”

Interi quartieri di Padova vanno sott’acqua alle prime piogge. Si allagano strade, cantine, garage e primi piani di negozi e abitazioni. Ogni metro quadro di asfalto che impermeabilizza i terreni non è più tollerabile. La giustificazione che è tutto previsto nel PRG vigente non regge, perchè lo strumento urbanistico si può cambiare rapidamente. I privati, in questo caso CL con la Compagnia delle Opere, con spirito tutt’altro che evangelico, spingono il Comune verso la perdita di uno degli ultimi polmoni di verde previsti dal Piano a pianta stellare dell’architetto Piccinato. Ci sono le condizioni per poterlo respingere, per resistere ai poteri forti che sembrano sempre prevalere. Fra le motivazioni, la prima e più rilevante, riguarda il mancato raggiungimento del 75% della proprietà dell’area da parte dei soggetti che ne richiedono la perimetrazione, al quale deve accompagnarsi il possesso del 51% del valore catastale. La seconda riguarda la richiesta di edificazione dell’area boscata che la Regione ha sottposto a vincolo.  A questi elementi, che rendono improcedibile l’iter del Piano, si aggiungono la mancata accessibilità al Parco Iris, le caratteristiche idrogeologiche dell’area che la rendono disadatta ai fini edificatori, la tutela paesaggistica. Non vi è quindi un problema di scadenza di termini, bensì l’obbligo, già in fase istruttoria, di respingere il Piano per mancanza dei requisiti necessari a sottoporlo ad una valutazione politica.

Si tratta di motivi tecnici che però sollevano l’Amministrazione dall’”obbligatorietà” dell’azione . Così il Sindaco, che bene ha fatto ad avocare a sè l’assessorato all’Urbanistica, potrà, se lo vuole, dimostrare la sua volontà politica. Sarà una prova di rispetto a promesse elettorali molto sensate, alla tutela e salvaguardia del territorio, alle fondate preoccupazioni espresse da cittadini e comitati.

 Luisa Calimani