Un ennesimo esempio di finta partecipazione degli attori locali alle decisioni politiche riguardanti il territorio è la redazione del Piano di Gestione della Zona di Protezione Speciale "Grave e zone umide della Brenta". Nel Novembre 2009 la Provincia di Padova convocò tutti i soggetti interessati per presentare il documento preliminare del Piano di Gestione di tale area protetta, con la promessa di iniziare così un cammino condiviso con istituzioni, associazioni ambientaliste, enti di gestione del territorio, addirittura gruppi venatori, e tanti altri attori, per lo sviluppo condiviso del Piano. Peccato però che, nonostante la promessa di un secondo incontro da tenersi all’inizio del 2010 per continuare a definire insieme il Piano, ci si sia poi trovati il 17 novembre 2010 per sentirsi dire che la Provincia aveva già terminato e pubblicato il Piano, senza coinvolgere nessuno e lasciando solo i canonici 30 giorni di tempo per eventuali osservazioni. Oramai che il Piano è stato definito, quanto verranno considerate queste osservazioni? Non sarebbe stato meglio includere i suggerimenti durante la stesura, per ottenere uno strumento di gestione più condiviso e quindi efficace?E soprattutto: non si doveva partecipare tutti insieme prima alla stesura del documento, come chiaramente promesso dalla Provincia di Padova? Dov’ è andata a finire la collaborazione con gli attori locali?
Non è la prima volta che succede, sembra che la finta partecipazione sia un’abitudine di molte Amministrazioni, in particolare della Provincia di Padova: al WWF Padova è addirittura capitato di ricevere in ritardo una lettera raccomandata di convocazione ad un tavolo della Provincia sulla delicata questione del revamping del cementificio di Monselice. Forse un semplice disguido, sicuramente una mancanza di organizzazione nello spedire gli inviti con il dovuto anticipo; il risultato, voluto o meno, è stata l’esclusione del WWF Padova, e probabilmente di altri soggetti, da un importante incontro.
Risulta piuttosto grave il fatto che la partecipazione alle decisioni importanti del territorio sia quasi sempre rimasta solo sulla carta, usata come facciata dai politici o realizzata solamente perché obbligatoria per legge, ma priva di sostanza e utilità. Il che fa perdere tempo sia alle istituzioni che alle associazioni e fa nascere in queste ultime il sospetto di essere prese in giro da chi dovrebbe coinvolgerle ed in parte rappresentarle nella gestione del territorio. Forse sarebbe preferibile non avere l’illusione di essere chiamati alle riunioni e sapere chiaramente che le decisioni verranno prese con o senza le associazioni e gli altri attori del territorio. Invece anche questa volta noi ci siamo illusi che la Provincia mirasse a costruire un progetto comune, per il bene comune.
Il che tornerebbe utile a tutti, permetterebbe di avere un Piano di Gestione più completo a garanzia di una migliore tutela dell’ambiente e del territorio, in cui cercare soluzioni condivise ai problemi comuni. Evitando il confronto con le associazioni e gli enti che difendono il territorio, a proposito di un Piano che deve proprio garantire la tutela di un’area protetta, sembra che la Provincia si "dimentichi" dell’utilità pubblica e dell’importanza di tale tutela.
In effetti nella prima bozza di Piano presentata al pubblico si parlava ad esempio di permettere la caccia in questa delicata area protetta, come fosse normale garantire ai cacciatori di sparare sempre e comunque. Non veniva inoltre menzionato il disastroso progetto del Grande Raccordo Anulare di Padova (voluto e commissionato proprio dalla Provincia di Padova), che taglierebbe in due l’ area protetta, andando incontro a danni ambientali enormi, nonché a procedure di infrazione e multe da parte della Commissione Europea, multe pagate con i soldi dei cittadini. Il WWF Padova, nonché altre associazioni come la LIPU, sollevarono questi problemi nella riunione di un anno fa e chiesero che venissero scongiurati nel Piano di Gestione. Il dirigente della Provincia rispose evasivamente che era presto per parlarne e che si sarebbero valutate insieme le soluzioni durante la redazione condivisa del Piano. Cosa che non è mai stata fatta, a causa del pesante silenzio della Provincia durante l’anno successivo!
Peccato, ora avremo un Piano di Gestione più povero, senza i contributi di chi vive e difende il territorio, con il rischio che sia un piano incapace di garantire la tutela dell’ambiente e del territorio, come richiesto dall’Unione Europea. Con il pericolo, molto forte, che le tutele ambientali non ci siano, che la caccia e le costruzioni impoveriscano l’ambiente naturale del Brenta e che una strada a quattro corsie ferisca irreparabilmente uno dei pochi territori della Provincia che ancora presentano un buon equilibrio naturale.Insomma, un grave danno e un’ennesima presa in giro ai cittadini e a tutti i soggetti che vivono e operano nel territorio. Presa in giro pagata, bisogna ricordarlo, con i soldi pubblici delle nostre tasse.
Maurizio Malè, Presidente WWF Padova