LA SALVAGUARDIA IDRAULICA
Una priorità  per il nostro territorio

 

Nel Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del Bacino idrografico Brenta-Bacchiglione, presentato nel giugno 2007, l’Autorità di Bacino competente indicava in modo puntuale gli interventi necessari per contrastare il pericolo di alluvioni. Tra questi in particolare la formazione di bacini di espansione, la realizzazione di opere di laminazione, l’adeguamento delle sezioni idrauliche, le sistemazioni arginali, la necessaria manutenzione dei manufatti, il potenziamento delle idrovore lungo tutto il corso dei fiumi Brenta e Bacchiglione e dei loro affluenti e nei principali nodi idraulici quale quello della città di Padova. Il tutto per una spesa complessiva prevista di 668.919 mila euro.

Quante di queste opere sono state realizzate in questi anni?  A quanto pare poco o nulla. Dopo la frammentazione delle competenze operata negli ultimi anni, sono venuti a mancare persino i fondi per le manutenzioni delle canalette e degli argini, mentre la cementificazione del territorio ha prodotto un cambiamento della velocità di scolo e l’esondazione dei canali.

668 milioni possono sembrare una cifra enorme, ma in realtà sono di molto inferiori alla spesa di 1 miliardo considerata oggi necessaria dal Presidente della Regione per far fronte ai danni provocati dall’onda di piena del Bacchiglione: una spesa che dovrebbe servire a ripristinare le opere ed i fabbricati danneggiati, ma che ancora una volta non metterà in sicurezza il territorio.

Tutto ciò conferma come purtroppo la salvaguardia idrogeologica del territorio non sia mai stata una priorità nelle scelte politiche e di bilancio dei governi nazionali e regionali degli ultimi decenni, tant’è che nella finanziaria di Tremonti  sono quelli che sembrano destinati a subire uno dei più drastici tagli, passando dai 1.649 milioni del 2008 ai 513 previsti per il 2011.

C’è quindi da sperare che, dopo le solenni dichiarazioni di questi giorni, realmente si modifichino gli indirizzi e le priorità delle politiche territoriali passando dalla gestione delle emergenze alla prevenzione, ponendo un freno alla cementificazione ed investendo nelle infrastrutture per la salvaguardia dell’ambiente piuttosto che in nuove infrastrutture stradali di cui francamente non si sente la necessità.

Da questo punto di vista, un segnale positivo sembra giungere dall’ultimo Consiglio Comunale di Padova, che all’unanimità ha votato un progetto di legge da presentare in Regione per lo studio e per la redazione di un progetto preliminare finalizzati al completamento dell’Idrovia Padova-Mare, una delle grandi incompiute della nostra regione che potrebbe felicemente integrare le funzioni di salvaguardia idraulica (funzionando come canale scolmatore per le piene del Brenta e del Bacchiglione, con una capacità di 400 mc/sec) con quelle trasportistiche (alternative all’assurda camionabile voluta dalla Regione) e che potrebbe altresì costituire un fondamentale elemento di riqualificazione ambientale e paesaggistica di tutti i territori attraversati.

Sergio Lironi, Presidente onorario Legambiente