Il tentativo di far passare di nascosto l’ennesima grande opera approfittando delle vacanze estive, non passa nemmeno questa volta solo grazie all’occhio vigile dei comitati. E’ del 5 agosto infatti l’annuncio della Regione Veneto che la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale su camionabile e Grande raccordo Anulare di Padova può riprendere il suo cammino, dopo lo stop clamoroso imposto proprio dai Comitati due anni fa.
CAT era già in allerta: dopo il via libera a Veneto City, era assai prevedibile un’accelerazione anche sugli altri progetti. Per i comitati si tratta insomma di una conferma di quanto dicono da tempo: le varie opere fanno parte di un unico grande progetto che vuole stritolare i paesi e il territorio della Riviera e del Miranese in mezzo ad un intrico pauroso di autostrade, bretelle, svincoli, e milioni di metri cubi di cemento.
Prevedibile ma non meno indecente anche il silenzio dei Sindaci locali, che dopo il penoso balletto sulla Romea Commerciale, ora sulla camionabile preferiscono non dire nulla, come se il problema non li riguardasse. Un silenzio indecente, soprattutto se a far finta di niente sono proprio quei Primi Cittadini, come i Sindaci leghisti di Dolo e di Vigonovo, che in campagna elettorale avevano promesso le barricate per impedire la costruzione di un’altra autostrada al posto dell’Idrovia Padova mare.
Ed è proprio sull’Idrovia che i cittadini stanno subendo sia il danno che la beffa: infatti mentre da un lato il Presidente Luca Zaia e l’assessore Renato Chisso sbloccano la “camionabile” in tutta fretta; dall’altro il loro collega di Giunta Maurizio Conte si sbraccia sui quotidiani locali per mandare avanti lo studio di fattibilità dell’Idrovia, pur sapendo che la nuova autostrada metterà la parola fine ad ogni ipotesi di via d’acqua. D’altra parte le decine di migliaia di euro per pagare professionisti e consulenti provengono dalle tasse dei cittadini, non certo dalle tasche degli amministratori regionali.
CAT è già al lavoro per preparare le osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale, e soprattutto i ricorsi legali sulla base di numerose carenze e vizi procedurali già riscontrati.
Ma i comitati e i ricorsi da soli non bastano. Se si vuole davvero scongiurare la morte ambientale e civile del territorio rivierasco occorre che ad opporsi siano la società civile tutta, le associazioni di categoria, i sindacati, tutte le organizzazioni che con i comitati condividono un’idea diversa della pianificazione e delle relazioni sociali.
Chi tace acconsente
NdR:
I Circoli di Legambiente di Padova, Limena, Saonara e delle Riviera del Brenta e l’Associazione per la Salvaguardia Idraulica del Territorio Padovano e Veneziano hanno prontamente raccolto l’appello di CAT e stanno predisponendo congiuntamente le osservazioni contro la camionabile e quelle parti del tracciato del GRAP che incidono negativamente sull’aspetto ambientale e paesaggistico del territorio.
Adone Doni e Mattia Donadel – CAT