E’ di pochi giorni fa la presentazione dei risultati della prima indagine ISTAT, svolta intervistando 25.000 donne, sulla violenza che le donne subiscono in Italia. E i dati sono impressionanti soprattutto quando dicono che il 69,7% degli stupri viene attribuito al partner e oltre il 90% non viene denunciato.
La legge sulla violenza sessuale del 1996, frutto di una più che decennale lotta delle donne, se ha consentito di recuperare un ritardo storico del nostro Paese, non ha inciso in maniera determinante nel costume e nella cultura. Lottare contro la violenza sulle donne rende necessario snidare la cultura che la produce, ben presente nella morale, nelle religioni, nelle tradizioni familiari, nei modelli pubblicitari e che ci vengono trasmessi dai mass media e che assume i nomi di: onore, gelosia, possesso, tradizione, amore, successo…
Quando poi le donne rivendicano il riconoscimento pieno dei loro diritti si scatenano gli interventi “etici” che vogliono riportarla alla dimensione “naturale” di moglie e madre, di soggetto controllabile.
La condizione della donna ritorna poi in modo ossessivo nelle polemiche sullo “scontro di civiltà” e se è chiaro che:
– non ci sono tradizioni rispettabili se queste implicano il calpestare i diritti individuali fondamentali: vita e autodeterminazione innanzitutto; – le ingerenze religiose nelle scelte individuali vanno rifiutate con giusta indignazione e decisione sia quando provengono dal papato che da qualsiasi altra religione: non ci possiamo fermare davanti all’alibi dell’altrui tradizione è altrettanto chiaro che sarebbe molto meglio porsi nell’ottica di un “cambio di civiltà” fondato sempre e ovunque su una nuova qualità del rapporto tra gli uomini e le donne.
Dai dati ISTAT emerge infatti che lo stereotipo dello stupratore immigrato è appunto uno stereotipo, dato che la maggior parte degli stupri avviene per opera di partner, parenti o conoscenti.
Il Consiglio Comunale di Padova in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre ha approvato un ordine del giorno, promosso da me e sottoscritto dalle consigliere presenti, che impegna la Giunta:
· A sostenere e potenziare le reti pubbliche di tutela ( centri di ascolto e aiuto, numeri verdi, strutture di accoglienza) delle donne vittime di abusi, favorendo altresì il più efficace coordinamento tra Enti, Istituzioni e Associazioni.
· A richiedere alla Regione del Veneto finanziamenti adeguati al potenziamento dei Consultori famigliari per metterli in grado di rispondere ai bisogni relativi alla mediazione familiare e culturale.
· Ad istituire un Osservatorio sulla violenza di genere, in collegamento con quanto previsto a livello nazionale dal Ministero per le Pari opportunità, che consenta di progettare gli interventi mirati più opportuni.
· Ad avviare nelle scuole, o sostenere e potenziare laddove già esistenti, progetti di prevenzione finalizzati al rispetto di sé e dell’altro, alla relazione tra generi, alla convivenza democratica secondo i principi Costituzionali che affermano l’uguaglianza e la pari dignità di ogni persona.
· A promuovere, insieme con gli altri Enti interessati, un piano di formazione e aggiornamento professionale per operatori del sistema scolastico, sanitario e di sicurezza finalizzato al rispetto della dignità e dell’inviolabilità del corpo femminile, all’accoglienza delle donne in condizioni di difficoltà, al riconoscimento dei segnali della violenza e dell’abuso.
Ora è necessario passare a concrete politiche che diano attuazione a quanto approvato e scegliere di dar voce a una “prospettiva di genere” nelle scelte amministrative, urbanistiche, di bilancio ecc. Questo rende vivibile la città anche per le donne e innesca quel processo che consente la piena cittadinanza, che vuol anche dire rispetto per la dignità, la libertà e l’integrità fisica.
Penso che anche gli uomini abbiano il dovere di una chiara presa di parola pubblica e di assunzione di responsabilità. E’ necessaria da parte loro un salto di qualità, una presa di coscienza collettiva su questi temi.
Vogliamo parlarne?
La violenza sulle donne riguarda tutti
Giuliana Beltrame, consigliera comunale ind. PRC Sinistra Europea