Lunedì in consglio comunale la variante urbanistica
Lunedì 25 il Consiglio Comunale dovrà decidere se dare al via libera alla variante urbanistica che nella versione definitiva prevede di aumentare ulteriormente la possibilità edificare in città. La posizione di Legambiente, in questo caso, è fortemente critica.
“Le scelte urbanistiche continuano ad essere il grande elemento di contrasto tra Legambiente e la giunta Zanonato: ciò non significa – avverte Lucio Passi, Coordinatore dell’Associazione ambientalista – la rottura del dialogo in ogni campo con questa Amministrazione. Ci mancherebbe… in tanti altri settori Legambiente e amministratori collaborano per realizzare politiche condivise. ma questo non può indurre a tacere il nostro dissenso sulle scelte dell’Assessore Mariani.
Sono moltissime le obiezione che Legambiente potrebbe elencare, ma Andrea Nicolello e Davide Sabbadin, del direttivo dell’associazione, ne scelgono due, particolarmente esemplificative:
1) “Perché” – si chiede Sabbadin – concedere altri 130 mila metri cubi di edificabilità oltre ai quasi due milioni deliberati con l’approvazione della variante urbanistica del 23 ottobre del 2004? Quale necessità reale ha la nostra città di tutto questa nuova cemento? Occorre inoltre ricordare che in ottobre la cubatura della variante fu un pochino “sforbiciata” dal Centro sinistra, rispetto alla proposta della precedente Amministrazione, dopo il pressing di associazioni e sindacati. Ora ci si rimangia anche quel poco tagliato in ottobre.
Il Sindaco cerca di tranquillizzarci indicando quanto successo in altre aree come esempio del fatto che il processo di costruzione sarà graduale, ma il degrado di aria acqua e suolo è la notizia che sta tutti i giorni sui mass media ormai da anni e due milioni di metri cubi sulle ultime arre verdi rimaste alla città non potranno che aggravare la situazione. E poi nuovi edifici producono l’aumento della domanda di mobilità, quindi nuove auto e più inquinamento, proprio quando tutti hanno capito che la città dovrebbe progressivamente trafficarsi. Vogliamo maggiori garanzie di tutela dell’ambiente e della qualità della vita contro gli interessi dei costruttori? L’esempi delle torri di san carlo, dell’area di via canestrini o della lottizzazione nell’area Carotta non ci lasciano tranquilli.
2) Nicolello affronta il secondo argomento. “Zanonato dice che nel giro di qualche mese, proprio grazie alla variante, sarà pronto il primo stralcio del Parco Basso isonzo: 150 mila metri quadri. Dimentica di dire che al Basso Isonzo la Variante Mariani conferma esattamente quanto previsto dalla Variante Riccoboni mentre originariamente nel PRG degli anni ’90 il parco da realizzare era di 1.000.000 di mq così come previsto anche nel Piano Territoriale Provinciale che in base alla legge regionale prevede per ogni area metropolitana l’esistenza di un grande parco urbano.
Ma oltre alla riduzione di oltre 1/4 di superficie verde da realizzare al Basso Isonzo, quello che contestiamo è che il disegno unitario di parco venga sostituito con una suddivisione in zone a diversa destinazione: a nord impianti sportivi e per il tempo libero, con la possibilità di realizzare nuovi edifici senza precisi limiti volumetrici; nella parte centrale ed a sud, due subaree destinate alla perequazione (circa 600.000 mq) con un indice di edificabilità mc/mq, che consente l’edificazione di 90.000 mc corrispondenti a 240-280 alloggi, uffici e servizi, e la cancellazione del parco agricolo.
In particolare la suddivisione dell’area a perequazione in due subaree, inventata nell’ottobre scorso da Mariani, è il peggior servizio che si poteva fare al verde urbano. Infatti avremo due aree lottizzate in tempi diversi, senza un disegno complessivo, dove saranno i privati a decidere dove collocare il verde residuo: quella ad est – che si presume di più immediata fattibilità – interessante alcune grandi proprietà; quella ad ovest – da realizzarsi in un secondo tempo – composta da numerose piccole e medie proprietà. Ciò porterà all’incremento degli interventi di infrastrutture viabilistiche e di urbanizzazione (più strade e parcheggi sparsi a macchia di leopardo al Basso Isonzo) che consumano territorio a scapito della percentuale di verde pubblico e rendono difficile la gestione del trasporto pubblico.
In questo modo si tradisce lo spirito stesso della perequazione che invece nasce per consentire operazioni su aree quanto più vaste per concentrare, in base ad un disegno di utilità pubblica, la cubatura edificatoria e massimizzare i vantaggi per la collettività in termini di verde e servizi.