Un convegno partecipato (circa 150 persone) e ricco di interventi, quello organizzato da Legambiente, Amissi del Piovego, Comitato Memmo, Italia Nostra. Dopo le relazioni introduttive dell’ex presidente dell’Inu Edoardo Salzano, dei rappresentanti delle associazioni promotrici (tra cui quella di Sergio Lironi che ha presentato il dossier di Legambiente Il buio oltre il frontone, scarica qui) e la comunicazione, apprezzatissima, di Elena Pettenò, funzionario di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, si è aperto il dibattito, non prima che fosse letta la lettera inviata dal Sindaco Zanonato, che ha lasciato “tiepida” la platea.
Molti i politici intervenuti: il Vice Sindaco Ivo Rossi, l’ex Sindaco Settimo Gottardo, Andrea Colasio, Assessore alla Cultura del Comune, Daniela Ruffini, Presidente del Consiglio Comunale, il consigliere comunale dell’IDV Fabio Scapin, Luca Littamè consigliere Comunale della Lega Nord, Fabio Casetto di Sinistra Ecologia e Liberta Francesco Fiore in rappresentanza degli Ecologisti del Partito Democratico: molti i distinguo sul progetto riguardante l’area, anche tra i componenti della maggioranza.
Ecco il documento conclusivo licenziato dal convegno.
Le Associazioni promotrici ed i partecipanti al convegno “Prato della Valle – dal restauro del monumento alla rivalutazione dell’area” svoltosi presso l’Accademia Galileiana, sabato 27 novembre 2010
denunciano
l’attuale stato di abbandono dell’Isola Memmia, del Prato della Valle e più in generale dell’intero “Sistema Prato della Valle” così come definito dalle Norme Urbanistiche , tuttora in vigore, dovuto alla mancanza di interventi, anche di manutenzione ordinaria. Ciò è determinato dall’assenza di un progetto complessivo di salvaguardia e recupero del Monumento mentre assistiamo ad interventi (Proget Financjng su Piazza Rabin, Piano Crotti, vendita di Palazzo Angeli, interventi dell’Università sull’Orto Botanico) che, se realizzati, distruggeranno per sempre la valenza monumentale del Monumento e dell’intero Sistema;
esprimono
totale condivisione e sostegno al parere della Soprintendenza ai Beni Architettonici del 9 luglio 2010 che considerano culturalmente e formalmente ineccepibile
chiedono
alla Stessa di difendere e di mantenere con decisione quanto espresso nel suddetto parere
si impegnano
a sostenerlo in ogni modo ed in tutte le sedi, locali nazionali ed internazionali, per la sua integrale applicazione.
Valutata attentamente la situazione e preso atto del dibattito culturale politico ed amministrativo che si sta sviluppando in città
chiedono
al Sindaco, alla Giunta ed al Consiglio Comunale
a) di fare proprio il documento della Soprintendenza ed, in regime di autotutela, di abbandonare il Proget Financjng e di ripensare integralmente il Piano Crotti;
b) di resistere al ricorso al Tar Veneto operato dai privati, accettando il parere della Soprintendenza;
c) di rinunciare alla vendita di Palazzo Angeli;
d) di avviare un progetto complessivo di recupero del Monumento Prato della Valle e di riqualificazione culturale ed urbana dell’intero Sistema, anche riprendendo in considerazione progetti già predisposti su incarico dell’Amministrazione stessa e depositati presso la stessa, con la sua progressiva trasformazione in Zona a traffico limitato al fine di garantire, in coerenza con le motivazioni del vincolo ministeriale:
- la permeabilità visiva e percettiva fra lo spazio del Prato della Valle e quello retrostante attraverso il cosiddetto “Avancorpo” dell’ex Foro Boario;
- la permeabilità pedonale, che permetta di superare le attuali cesure e di ricucire lo spazio tra il Prà, l’ex Foro Boario ed il Complesso di S. Giustina;
- il restauro integrale dell’Isola Memmia, basato su una approfondita ricostruzione storica e filologica;
- il recupero delle statue, la loro collocazione in luogo protetto e la sostituzione di quelle originali con delle copie;
5. il pieno restauro di tutti i beni architettonici dell’intero “Sistema” e lo stombinamento del canale Alicorno;
6. di intervenire immediatamente presso l’Università con lo scopo di verificare l’impatto dei lavori di ampliamento dell’Orto Botanico, verificandone la compatibilità con lo stesso e con i Beni Culturali adiacenti, anche prendendo in considerazione la possibilità di sospenderli, in attesa dei necessari approfondimenti culturali, tecnici ed amministrativi.