E´ un progetto che, a ventuno anni dal disastro nucleare di Chernobyl, interviene tramite il sostegno a distanza per i bambini delle zone contaminate della Bielorussia. Il progetto Rugiada rientra nell´ambito della scelta di Legambiente di interrompere l´accoglienza in Italia al fine di intensificare i progetti di cooperazione in loco
Padova, 5 maggio 2007. Nell´ambito di Civitas, Salone della solidarietà e dell´economia sociale e civile, in corso presso la Fiera, si è tenuta questa mattina la conferenza stampa congiunta tra Legambiente e Banca Etica per presentare il Progetto Rugiada, volto al sostegno a distanza per i bambini di Chernobyl attraverso l´organizzazione di soggiorni in strutture interne alla Bielorussia, in territorio non contaminato.
La collaborazione tra Legambiente e Banca Etica, avviata fin dalla nascita della Banca, si fonda in questo caso sulla volontà di offrire un futuro migliore ai bambini dei territori maggiormente colpiti dalla tragedia di Chernobyl attraverso programmi realizzati in loco. Infatti da quest´anno, Legambiente pone fine al progetto di accoglienza e risanamento in Italia delle giovani vittime del disastro nucleare orientandosi verso progetti di cooperazione, di responsabilizzazione e di risanamento in loco. "Banca Etica, che da sempre promuove uno sviluppo rispettoso dell´ambiente e della dignità umana- afferma Fabio Salviato, presidente di Banca Etica -, ha scelto di sostenere il Progetto Rugiada di Legambiente per non dimenticare le vittime del più grande incidente della storia industriale, rinnovando il proprio impegno nell´ambito della cooperazione internazionale, un settore che ci vede impegnati, insieme al Consorzio Etimos, in oltre 40 Paesi a sostegno di banche villaggio, istituzioni di microfinanza e piccoli produttori dei circuiti del commercio equo e solidale".
A preoccupare inoltre gli ambientalisti "E´ il fatto che i governi locali e la comunità internazionale destinano sempre meno risorse, assistenza e sostegno alle popolazioni duramente colpite dagli effetti della catastrofe. Vi è anzi l´intenzione di riallocare persone, attività, colture agricole nei territori ora abbandonati perché pesantemente colpiti dalla nube radioattiva, minimizzando i rischi e le possibili conseguenze. Non è possibile circoscrivere la solidarietà alle sole organizzazioni umanitarie ma occorre un forte intervento della Commissione Europea e del nostro Governo al fine della messa in sicurezza del sarcofago e garantire l´assistenza sanitaria alle popolazioni colpite", dichiara Maurizio Gubbiotti, Responsabile del Dipartimento Internazionale di Legambiente.
E´ questo uno dei motivi che a spinto la più diffusa associazione ambientalista italiana ad interrompere la decennale campagna di accoglienza dei bambini di Chernobyl in Italia. "Dopo 13 anni e oltre 25.000 bambini ospitati, Legambiente pone fine, a partire da questo anno, al progetto di accoglienza e risanamento in Italia. La nostra volontà – spiega Angelo Gentili, Responsabile del progetto Chernobyl di Legambiente – è quella di dare, da una parte, un forte segnale di discontinuità verso la politica dell´accoglienza in Italia (che presenta lacune e limiti preoccupanti, come ha dimostrato il caso della piccola Maria e dei coniugi di Cogoleto, che lo scorso settembre trattennero la bambina nascondendola dagli operatori sociali) e, dall´altra, di continuare nei progetti di cooperazione, di responsabilizzazione e di risanamento in loco". "Un esempio – prosegue Gentili – sarà proprio il Progetto Rugiada (partito come progetto pilota nell´estate 2003), grazie al quale si sono organizzati soggiorni terapeutici presso il Centro "Nadjezda" (Speranza) di Vileika, una cittadina non contaminata. Il centro è costruito e gestito con criteri eco sostenibili e la gestione non è governativa, ma affidata alla collaborazione tra un organizzazione bielorussa e una tedesca, aspetto davvero raro nel contesto della Repubblica bielorussa. Conclusa la parte sperimentale e testata la validità sia dal punto di vista sanitario che educativo e pedagogico, Legambiente Solidarietà è impegnata nell´accoglienza presso il Centro di circa 350 bambini provenienti dalle province più contaminate della Bielorussia e avviare investimenti di carattere sanitario ed ambientale all´interno del Fabio Salviato, presidente di Banca Etica afferma: "Consapevole che la trasformazione della società passa anche attraverso una maggiore sostenibilità dei sistemi produttivi, Banca Etica considera la responsabilità sociale ed ambientale uno dei propri principi fondanti. Chernobyl rappresenta il più grave disastro dell´era industriale in termini di vite umane distrutte e di danni ambientali provocati. Non dimentichiamo naturalmente le responsabilità del modello di sviluppo attualmente dominante. In questo contesto e coerentemente con i propri valori, Banca Etica sostiene e promuove lo sviluppo di processi produttivi e distributivi che abbiano, in Italia e nel mondo, un impatto rispettoso della dignità umana e dell´ambiente, anche attraverso il finanziamento di progetti nei settori dell´agricoltura biologica, del risparmio energetico e dell´utilizzo di energie alternative e rinnovabili".