Gentile Direttore, buon lavoro!
Le scriviamo prima ancora di conoscere il suo nome, che nei prossimi giorni sarà scelto dal Comitato Esecutivo del Parco, perché questo ci mette al riparo dalla possibile critica di farne una questione personale. Quello che stiamo scrivendo vale per chiunque sarà nominato, a qualsiasi corrente appartenga.
Al momento invero si dà per scontato che Lei debba essere un “casariniano” per equilibrare la nostra “galaniana” presidente. Se questo dovesse in effetti avvenire ci auguriamo che la collocazione correntizia sia solo un dettaglio, ma che a determinare la scelta siano in effetti i titoli da Lei presentati. Fosse invece smaccatamente solo questione di corrente (è già successo peraltro!), non lo considereremmo certo un bell’inizio.
Quel che ci teniamo comunque a dirLe sin d’ora è che al Parco non troverà una situazione entusiasmante.
La “cura dimagrante” voluta un po’ da tutti (ridurre il Consiglio da 50 a 21 componenti, tra i quali i 15 sindaci) sta sfociando per il Parco in una vera e propria “anoressia”. Dopo quasi due anni dall’entrata in vigore della nuova formula in realtà il Parco non ha ancora dato segni di vita: non un Consiglio per affrontare qualche tema di rilievo, non una iniziativa che meriti di essere menzionata. Altro dunque che maggior efficienza e vitalità!
Anche a livello di personale dipendente, del cui impiego Lei sarà responsabile, il disagio è palpabile. Non sta certo suscitando entusiasmo la prospettiva di passare, a partire dal prossimo 1° gennaio, alle dirette dipendenze dell’Ente. Non vorremmo che in molti (più di qualcuno l’ha già fatto) decidessero di andarsene prima.
Troverà in compenso una bella sede, tutta restaurata. Temiamo però che toccherà a Lei veder sorgere due bei condomini di 3 piani a chiudere proprio l’unico scorcio non ancora edificato, quello verso il vicino canale Bisatto. La sede sarà così tutta circondata da cemento (brutto segno per la sede di un Parco!). A questo punto saremo tra quelli che chiederanno di spostarla da qualche altra parte. Magari a Ca’ Emo a Monselice, ai piedi della Rocca, dove per il suo restauro si sono spesi vari miliardi per poi abbandonare tutto.
Ma c’è soprattutto un versante sul quale il suo ruolo sarà particolarmente delicato. Per legge Lei “sovrintende alla elaborazione del piano ambientale, delle sue varianti e dei programmi biennali di attuazione e cura la concreta attuazione delle prescrizioni e previsioni contenute nello stesso piano ambientale”. Lei vedrà che a fronte dei roboanti proclami sulla presunta necessità di fare una variante generale non sono mai stati chiariti finora i motivi per cui si contesta il piano ambientale attualmente in vigore. E che comunque tutti i tentativi di avviare la variante si sono ingloriosamente arenati tra un incarico e l’altro. Si faccia indicare il cassetto dov’è gelosamente rinchiuso dalla primavera del 2004 l’ultimo tentativo: il cosiddetto “progetto Snozzi” (il luminare svizzero incaricato di proporre l’idea guida per il progetto di variante). Nessuno finora ha avuto il coraggio di mostrare questo bizzarro documento ai cittadini dei Colli, che pure hanno in fondo pagato il lavoro. Un clamoroso infortunio su cui è calato un imbarazzato silenzio.
E dia un’occhiata anche al “progetto ville”, uno dei più qualificanti progetti attuativi del piano ambientale, perchè anche qui qualcuno ha pagato il lavoro ma nessuno l’ha visto. Più o meno per gli stessi motivi del progetto Snozzi.
Le raccomandiamo comunque di leggerlo con la massima attenzione possibile questo piano ambientale, anche per non incorrere in qualche infortunio come il suo predecessore. Anzi per rimediare alle conseguenze ancora aperte di questi infortuni.
Si troverà per esempio a dover decidere se per gli “intorni” delle emergenze architettoniche, aree tra le più preziose e delicate del Parco, vale la chiarissima norma dell’art. 33 o quella arbitrariamente deformata appunto dal direttore uscente e da tempo al centro di infuocate polemiche. Insomma direttore, oltre che i titoli noi ci auguriamo che Lei abbia anche la grinta necessaria a raddrizzare e a rivitalizzare una situazione che preoccupa chiunque abbia a cuore le sorti di questo Ente.
Buon lavoro, signor Direttore!
Lettera al futuro direttore Parco Colli
Gianni Sandon, Comitato Difesa Colli Euganei, Consigliere Ente Parco