In data 5 dicembre 2007 il T.A.R. ha emesso un’ordinanza che respinge la richiesta di sospensione del progetto per il colle della Rocca di Monselice; tale progette prevede la messa in opera di un ascensore interno al colle che, a detta di coloro che non lo condividono, sopprimerebbe ogni rapporto con le emergenze più significative del luogo. Il ricorso al T.A.R. è stato proposto da Italia Nostra O.N.L.U.S., dall’Associazione Legambiente Volontariato Veneto, da Antonella Munari e da Maria Cristina Bortolami; ora più di prima è importante sostenere questa causa che il T.A.R. sembra non aver recepito appieno.
LETTERA APERTA
a Giancarlo Galan, Presidente Regione Veneto
Chiara Matteazzi, Presidente Ente Parco Colli Euganei
Fabio Conte, Sindaco di Monselice
Gli interventi programmati, e in parte in corso di realizzazione, sul colle della Rocca di Monselice, costituiscono un test importante per il modello di politica turistica, che è anche politica culturale ed economica, che si intende portare avanti per il nostro territorio. Ed è proprio su questo modello che, al di là delle pur importanti questioni urbanistiche e ambientali, intendiamo proporre una riflessione e lanciare un appello, consci che sul futuro della nostra economia, ma anche della qualità della nostra convivenza, la politica turistica acquisterà un peso sempre maggiore.
Di fronte ai rischi della perdita di memoria e di identità, di una frenesia edificatoria sempre più fine a se stessa, di una cultura della storia e del territorio ridotta a rito frettoloso e superficiale, ogni occasione importante andrebbe colta per tentar di proporre invece comportamenti basati su un rapporto più intenso e gratificante con il territorio e i suoi valori culturali.
La valorizzazione del colle della Rocca è in tal senso un’occasione che non va persa, quantomeno per l’eccezionalità del luogo, certo uno dei più significativi della Regione, e quindi per la sua forte carica evocativa. Lo arricchiscono emergenze insieme paesaggistiche, naturalistiche, storico-culturali, architettoniche, tutte intrecciate tra loro e uniformemente distribuite sul colle. Le modalità di accesso e di visita da privilegiare dovrebbero consentire di scoprire e apprezzare questa realtà così ricca e diffusa. Esattamente il contrario di quello che si otterrà utilizzando un mezzo come l’ascensore interno al colle, cioè scegliendo una modalità di salita che sopprimerà ogni rapporto con la maggior parte dei beni sopra richiamati, e tenderà a concentrare visite e attenzione su di un unico punto, la cima del colle stesso, creando peraltro tutta una serie di intuibili problemi di gestione degli afflussi.
Auspichiamo che si voglia rivedere questo modello di fruizione che comporta oltretutto l’impegno di ingenti risorse: solo per l’ascensore e per una parte degli interventi collegati sono previsti quasi 5 milioni di euro! Con una serie di interventi più calibrati e meno onerosi e invasivi (sistemazione ed arredo dei percorsi, anche per renderli accessibili ai disabili tramite veicoli elettrici, predisposizione di opportuni punti di sosta e di servizio, presenza di motivate guide turistiche, recupero e riutilizzo di ambienti che fanno da straordinario contorno al percorso principale, come villa Duodo e Ca’ Emo, già sede dell’Ente Parco, ecc.) si potrebbe di sicuro puntare da subito a fare del colle della Rocca un esempio di lungimirante, qualificata forma di turismo più redditizia sotto l’aspetto non meno culturale che economico.
Padova, 3.12.2007
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