Una quota dei ricavi serve per un trasporto pubblico di qualità. Ecco cosa fare con i soldi che mancano da anni.
La città deve essere viva e sostenibile. Per questo Assortenti, Federconsumatori, Legambiente e FILT-CGIL sostengono la politica dei varchi elettronici perché induce a dei cambiamenti virtuosi negli stili di vita dei padovani: alcuni abbandoneranno l’auto, le strade saranno meno congestionate, premessa necessaria per un trasporto pubblico più fluido e regolare. Bene quindi ha fatto Ivo Rossi ad investire 132.000 euro in comunicazione sulla ZTL perché l’obiettivo è quello di educare al cambiamento.
Ma se saranno confermate – dopo il necessario periodo di informazione e dibattito rivolto ai cittadini – le previsioni dell’assessore Rossi di un numero cronico di 500 infrazioni giornaliere nei varchi con multe di 70 euro, allora le nostre associazioni chiedono che una quota del ricavo vada investito per il rilancio del trasporto pubblico per garantire il diritto alla mobilità. “Serve una politica che avvicini il prezzo del trasporto su auto al reale costo sociale e sanitario che la collettività paga per l’inquinamento.” spiega Andrea Nicolello di Legambiente.
In base alle dichiarazioni di Rossi il ricavo stimabile dai varchi è di 10 milioni di euro, una cifra considerevole, che servirà certamente ad ammortizzare i costi di investimento sulla tecnologia e per la sua manutenzione.
“Crediamo sia importante che oltre la parte dell’ammortamento, magari diluita negli anni, dedicare una quota del ricavo al rilancio del trasporto pubblico, che significa qualità per gli utenti e rispettare il diritto alla mobilità offrendo una reale alternativa all’uso dell’auto – chiarisce Mara Bedin Presidente di Federconsumatori. “Sarebbe un messaggio chiaro e trasparente, per altro previsto anche dal nuovo codice della strada. La quota potrebbe essere del 10%, pari ad 1 milione di euro.
Cosa fare con 1 milione si domandano le quattro associazioni?
“Questa cifra potrebbe servire a rivedere il pacchetto dei servizi minimi (cioè lunghezza e frequenza delle linee) che il Comune richiede e paga ad APS Mobilità in base al contratto di servizio” spiega Mario Vio di Assoutenti. “Attualmente le spese del servizio si basano, oltre che sul ricavo dalla vendita dei biglietti che per APS arriva al 42% dei costi di esercizio, sui contributi del finanziamento regionale (ex fondo nazionale trasporti), che in base alla legge dovrebbero coprire il 65% dei costi, mentre nel caso di Padova non superano il 50%”.
L’esiguità di questo finanziamento regionale (sono pagati dalla Regione Veneto solo 1,5 euro al km, cifra equivalente a quella del 1998 mentre in Lombardia e Friuli il contributo arriva a 3 euro) e il tetto dei km finanziati (circa 7 milioni di km di rete) che corrisponde alla rete in servizio nel 1996, oltre a causare deficit, sono sempre stati indicati dal Comune come la causa principale del mancato aumento dei servizi.
Avere un servizio più efficiente invece è la richiesta principale degli utenti, che chiedono qualità e affidabilità del mezzo pubblico, cioè velocità e frequenze elevate.
“Oggi le linee cosiddette “forti”, che hanno cioè frequenze intorno ai 10’, sono solo tre: l’8 (7 minuti), la 10 e la 22 (10 minuti) – ricorda Paolo Tollio Segretario Generale di FILT CGIL. “Con 1 milione di euro sarebbe possibile avere 8 linee di forza e le rimanenti 10 con frequenze a 15 minuti. E’ un calcolo che si basa sul costo del personale, su alcune razionalizzazioni alla rete attuale (e conseguente recupero di uomini e mezzi) e a parità di contributo regionale”.
Ecco la tabella di come potrebbe cambiare il trasporto pubblico padovano confrontandolo con la rete attuale (SI ALLEGA COPIA IN WORD).
Linee urbane e suburbane
|
Attuali linee forti
|
Frequenze attuali (minuti)
|
Nuove frequenze (minuti)
|
Nuove linee forti
|
3 Ferrovia – Lion
|
|
13
|
10
|
Linea forte
|
4 Cadoneghe – Terranegra
|
|
15
|
10
|
Linea forte
|
5 Orlandini – Voltabrusegana
|
|
23
|
15
|
|
6 Ferrovia – Brusegana
|
|
15
|
15
|
|
7 Ferrovia – ZIP
|
|
30-35
|
15
|
|
8 Ferrovia – Albignasego
|
Linea forte
|
7
|
7
|
Linea forte
|
9 p. zza Toselli – Mortise
|
|
15
|
15
|
|
10 Sarmeola – Ferrovia
|
Linea forte
|
10
|
10
|
Linea forte
|
11 Taggì – S. Osvaldo
|
|
15-20
|
15
|
|
12 Ferrovia – Tencarola
|
|
15
|
10
|
Linea forte
|
13 Altichiero – Boccaccia
|
|
15-20
|
15
|
|
14 Ponte Brenta – l.go Europa
|
|
15
|
10
|
Linea forte
|
15 S. Bellino – Granze
|
|
20
|
15
|
|
16 San Carlo – P.nte S. Nicolò
|
|
15
|
12
|
Linea forte
|
18 Ferrovia – Siracusa
|
|
15
|
15
|
|
19 Roncaglia – Vigodarzere
|
|
20
|
15
|
|
22 Mandria – Torre
|
Linea forte
|
10-12
|
10-12
|
Linea forte
|
24 Debussy – Mandriola
|
|
20
|
15
|
|
Tabella elaborata da FILT CGIL – Assoutenti – Federconsumatori – Legambiente
Queste modifiche diventano ancor più necessarie visto che fra otto mesi entrerà in funzione il tram.
Quante delle attuali linee cambieranno percorso? Quali e quante linee su gomma devono diventare forti affinché non ci sia un divario eccessivo fra tram (frequenza di 4 minuti e mezzo) e i rimanenti autobus? Un domande cui servono risposte perché a molti degli attuali utenti sarà chiesto di cambiare due mezzi lungo il proprio percorso. Per non perdere vecchi utenti ma anzi per incrementarli servono coincidenze, alte frequenze e velocità anche per gli autobus.