Non pensare come i topi…

“I topi hanno un processo di autoidentificazione che non va oltre le ventiquattro ore. La prova è che un cibo inconsueto lo fanno assaggiare agli scapoli e poi aspettano un giorno per vedere l’effetto. A quel punto se gli scapoli sono vivi e arzilli, allora mangiano anche gli sposati, le femmine, i piccoli. Quel che i topi fanno per ventiquattro ore, noi lo facciamo per un periodo superiore, ma non infinitamente superiore. Tutti rifuggiamo le cause patogene che provocano disturbi immediati, ma quando si sa che un certo comportamento potrebbe indurre un cancro fra vent’anni allora è un’altra storia: ci comportiamo come se il problema non dovesse mai porsi”. Lo scriveva decenni fa Laura Conti, una grande maestra dell’ambientalismo scientifico. Ed è tutt’ora vero.
A Padova respiriamo dosi di Pm10 che sono – è scientificamente provato – terribilmente dannose, ma finora ben pochi comportamenti e progettualità sono cambiati. Insomma, la vittima principale di questa incapacità di pensare al futuro è l’ambiente, la salute, la qualità di vita.
E’ la nostra stessa società che nega futuro perché si è abbreviato il tempo di ammortamento dei capitali. Come si fa a pensare al domani se gli investimenti presuppongono il rientro di capitali oggi? “Nessuno pianta più alberi di noce: molto meglio la soia ogm”.
E’ così anche per la nostra città: perché progettarla pensando al futuro, perché preoccuparsi adesso di risparmiare energia, eliminare traffico ed inquinamento, dotarla di veri parchi? Molto meglio, secondo troppi nostri politici, guardare solo all’oggi: far cassa con le “perequazioni” e gli oneri di urbanizzazione, concedendo di edificare sulle aree del territorio ancora libere. Meglio assecondare gli interessi di tanti singoli privati, che in questo modo però progettano l’intera città, presente e futura, e che – in quanto singoli e privati – non possono avere visione né dell’utilità generale, né tanto meno del futuro collettivo. Tutto questo ha un nome e si chiama pensiero unico, a molti piace, ma in realtà è il pensiero dei topi di cui parlava Laura Conti e non ha nulla a che fare con il futuro e l’ambiente.
Legambiente cerca di ribaltare questo modo di pensare. Ogni socio di Legambiente è un anticorpo in più che aiuta tutta la società a pensare nuovamente al futuro. Per questo è importantissimo che anche tu che ci leggi ora ti iscriva adesso a Legambiente. Perché gli anticorpi devono diventare tantissimi. Subito, finché c’è ancora il tempo di non restare, per sempre, topi.
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