NUOVO OSPEDALE II DOSSIER LEGAMBIENTE
Project financing: troppi rischi per i costi, troppe incognite sul progetto

Project financing, messa in sicurezza idraulica dell’area, costi del campus e degli espropri, problemi di mobilità. Sono alcuni dei temi analizzati nel nuovo dossier di Legambiente (VEDI ALLEGATO) sulla costruzione del nuovo ospedale, sulla base dei quali l’associazione ambientalista mette in fila i fortissimi dubbi che gravano sull’opportunità e sulle modalità di realizzazione dell’opera, a cui si aggiunge la cruciale domanda su che fine farà l’area dell’attuale ospedale: verrà riconsegnata alla città o servirà solo per fare cassa?

Spiegano Andrea Ragona e Lucio Passi, rispettivamente presidente e portavoce di Legambiente Padova: “Il nuovo ospedale dovrebbe essere costruito tramite project financing ad iniziativa privata, ma l’esecuzione delle opere attraverso il progetto di finanza comporta fortissime criticità – evidenziate persino dall’apposita commissione Regionale – che in sostanza consistono nella privatizzazione dei ricavi e nella socializzazione dei costi a discapito dell’interesse pubblico.

I costi per l’esproprio dei terreni, per gli adeguamenti della rete infrastrutturale e per la messa in sicurezza idraulica dell’area, che restano a carico della finanza pubblica, portano il costo dell’opera a raggiungere una cifra di quasi 700 milioni, di cui non è chiaro quanti sarebbero a carico del privati.

Importo a cui dovrebbero aggiungersi i necessari interventi sulla mobilità pubblica, dove esistono solo linee guida che parlano di ipotetiche linee del tram (e se arrivassero i soldi per l’ospedale ma non per il tram?), di collegamenti a una tangenziale già sovraccarica nelle ore di punta.

Ma i dubbi sui costi non finiscono qui. Infatti nello studio di fattibilità manca il campus universitario, che dovrà essere eventualmente previsto a spese dell’Università di Padova. Lo studio di fattibilità non ha quindi fatto nessuna valutazione sulla compatibilità del campus. Ad esempio, è sufficiente l’area? Chi lo pagherà? Quanto costerà? È possibile tenere separato servizio sanitario dalla didattica e dalla ricerca?

 Infine la grande questione della dismissione dell’ospedale attuale. L’accordo del 2 luglio 2013 prevede la verifica della “concreta fattibilità sotto il profilo delle fonti di finanziamento e della sostenibilità economico-finanziaria, anche attraverso un approfondimento del tema relativo ai flussi di cassa che potrebbero derivare da “una adeguata destinazione, valorizzazione ed alienazione della struttura sanitaria esistente”. Puro burocratese che significa: come fare cassa col vecchio ospedale?

Ma è possibile pensare di far cassa in una zona strategica per la città, consegnandola ai privati per non restituirla a tutti i padovani?

Sulla scorta di queste numerose incognite Legambiente chiede al Comune di:

1) contrastare nel modo più deciso le ipotesi di Project Financing per la realizzazione del nuovo ospedale;

2) tutelare l’area dell’attuale ospedale, aprendo una discussione con la città sul futuro dell’area;

3) facilitare la trasparenza, mettendo on line un sito dedicato a raccogliere tutti i singoli atti (passati e futuri) riguardanti l’iter verso l’ospedale;

4) massimo rigore contro l’illegalità, dato l’imponente valore dell’opera pari a quasi 700 milioni di euro: una cifra troppo importante per non temere che gli appalti e subappalti non corrano il rischio di tangenti o infiltrazioni criminali, come purtroppo spesso accade in tutte le aree del nostro Paese e come ci ricorda la recente inchiesta aperta sulla realizzazione del Mose.