Ciò che più sorprende, nella risposta del Sindaco Bitonci alla nostra segnalazione relativa al rischio idrogeologico caratterizzante le aree individuate per il nuovo ospedale, è la superficialità ed approssimazione con cui la questione viene affrontata. Per tranquillizzarci sarebbe sufficiente, secondo quanto sostiene il Sindaco, un sopralluogo in zona e la constatazione che nell’area già insistono altre costruzioni, come se le alluvioni avvenute in questi giorni in diverse regioni d’Italia non avessero colpito proprio quartieri edificati in aree non idonee. Sempre secondo quanto afferma il Sindaco Bitonci, le cartografie del PAT 2009 (approvato quest’anno), che escludono tassativamente nuove edificazioni nell’area consentendo solo infrastrutture finalizzate alla riduzione dell’impatto geologico ed idraulico, sarebbero superate a seguito di non meglio precisati lavori effettuati nel frattempo. A testimonianza di ciò Bitonci richiama le cartografie del Piano Comunale di Protezione Civile del 2012, nelle quali l’area non ha la campitura verde prevista per le aree a rischio idraulico. In effetti esaminando la Carta della Protezione Civile le aree destinate al nuovo ospedale non hanno campitura verde (R1. Rischio moderato), bensì campitura arancione R3, indicante un rischio elevato che può pregiudicare l’incolumità delle persone e causare danni ad edifici ed infrastrutture con inagibilità degli stessi!
Osserverviamo inoltre che la protezione Civile non si occupa delle future destinazioni d’uso del territorio, bensì dei pericoli per le persone residenti e le strutture esistenti.
Bitonci si lamenta del fatto che, pur essendo intervenuto con alcuni quesiti su altre problematiche (presenze archeologiche, collegamenti al sistema del trasporto pubblico, utilizzo delle aree del vecchio ospedale, qualità del progetto architettonico) io non abbia sollevato la questione in Commissione Urbanistica. La ragione risiede unicamente nella pessima organizzazione dei lavori della Commissione: nel fatto che nessuna documentazione è stata preventivamente inviata ai partecipanti e nel fatto che agli uditori sono concessi solo brevi interventi in coda agli interventi dei consiglieri comunali.
Sempre il Sindaco assimila Legambiente al partito del “no a tutti i costi”. Forse conosce poco la realtà della nostra città. Molte realizzazioni in campo ecologico e della mobilità sono state il frutto delle battaglie di Legambiente e molti progetti di rigenerazione urbana e di salvaguardia territoriale sono stati elaborati (anche se poi talvolta non attuati) per nostra iniziativa e con la nostra collaborazione: basti accennare a molti contenuti strategici del PAT (rete ecologica, centralità periurbane, distretto della cultura…), al progetto di riscrittura del Regolamento edilizio, al progetto di Parco Agro-paesaggistico, alla battaglia per l’Idrovia Padova-Mare, all’eco-pass.
Il parere del Prof. D’Alpaos
Da Il Corriere del Veneto del 18/10/2014
«Si tratta di una situazione abbastanza complessa perciò bisogna valutare attentamente prima di fare qualunque intervento. In idraulica non c’è nulla di assolutamente sicuro, nonostante il sindaco dica di sì. Il Piovego deve funzionare anche come scolmatore del San Gregorio e quindi si dovrebbe almeno riposizionare gli argini in quota».
Dipendesse da lei, costruirebbe un ospedale in quell’area?
«Assolutamente no. Prima di prendere decisioni del genere, bisognerebbe conoscere a fondo il problema creato dalle acque della bonifica e agire con sistematicità e non solo quando succede qualche disastro. Ovviamente è meglio via Corrado di Padova Ovest: quando me l’hanno comunicato ho risposto che per curarmi mi sarei mosso direttamente in barca».
C’è il modo di diminuire il rischio? «Bisognerebbe fare in modo che le strutture del Piovego non potessero né essere sormontate dall’acqua né danneggiate in qualche modo. Però questi sono conti delicati che non tutti sono in grado di produrre. La mia speranza è che il consulente del Comune sappia il fatto suo: che abbia fatto le opportune simulazioni e che sia pronto a prendersi questa responsabilità. Se queste idee vengono partorite senza considerare la questione idraulica è ovvio che vengono fuori problemi».