Nuovo PAT di Padova: inizia la fase decisiva

A conclusione della fase istruttoria del nuovo Piano di Assetto del Territorio di Padova, l’architetto Piergiorgio Vitillo, responsabile con Federico Oliva del progetto di piano, ha presentato alcuni degli indirizzi strategici che dovranno caratterizzare il PAT, sintetizzati in sei carte tematiche così articolate:

1 – La città che si muove, che tratta il tema della mobilità pubblica su ferro e della mobilità su gomma;

2 – La città che respira, che individua le strategie dell’assetto ecologico-ambientale della città;

3 – La città delle opportunità, con i tre grandi ambiti: cultura, sapere ed i grandi servizi urbani;

4 – La città delle centralità, che tratta del riordino delle centralità urbane e periurbane;

5 – La città che cambia, con i principali ambiti di trasformazione urbana;

6 – La città regione, che esamina le connessioni di Padova con il suo hinterland metropolitano e con la conurbazione Padova-Venezia.

Questi scenari sono stato presentati al Gruppo Tematico di Agenda 21, appositamente costituito per esaminare gli studi e le indagini predisposte dai progettisti e per fornire indicazioni di merito sulle questioni ritenute prioritarie. Il dibattito deve però coinvolgere tutte le componenti sociali e la cittadinanza, a cui dovranno essere esplicitati, con documenti comprensibili e di facile lettura, i possibili scenari alternativi di sviluppo sostenibile del territorio.

Nel merito delle indicazioni fornite da Vitillo avanziamo alcune prime osservazioni (clicca qui per l’intero documento) al fine soprattutto di sottolineare i temi aperti che riteniamo di maggior interesse ed attualità.

1. – La rete ecologica ed un organico sistema del verde devono essere l’elemento fondante del nuovo disegno urbano. Ogni nuova urbanizzazione o intervento edilizio deve essere subordinato al disegno unitario della rete ecologica. È necessario definire, oltre i vincoli di legge, anche quelli ricognitivi a tutela delle emergenze ambientali del territorio e favorire i meccanismi della perequazione “ad arcipelago”, della compensazione urbanistica e dei crediti edilizi per liberare le aree necessarie per la formazione della rete ecologica dalle volumetrie attualmente previste.

2. – Nella tavola“La città che si muove” l’articolata rete di trasporti collettivi su ferro deve quanto prima essere estesa a scala metropolitana e deve costituire l’elemento ordinatore di ogni nuovo insediamento e della formazione dei nuovi poli di un’auspicabile “città policentrica”. Le nuove stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano possono essere elementi di riferimento per interventi di “densificazione urbana”, finalizzati a liberare dalle volumetrie oggi previste altre aree a prevalente vocazione ambientale.

3. – Nello schema de La città delle opportunità si definiscono gli ambiti in cui gravitano i “grandi servizi” di interesse urbano e/o provinciale e le principali istituzioni del sapere e della cultura. E’ questo uno dei temi da approfondire per chiarire, soprattutto con riferimento ai successivi piani degli interventi, le funzioni da attribuire agli ambiti di trasformazione, al fine di garantire la vivibilità e la sicurezza del territorio.

4. – Nella “Città delle centralità” si pone l’accento sulla necessità di sviluppare le nuove centralità periferiche e di dare identità ai rioni. È però opportuno che il PAT fornisca specifiche indicazioni programmatiche e criteri per la loro formulazione od anche più precise indicazioni progettuali per gli ambiti di maggiore rilevanza urbana (Arcella/San Carlo, San Lazzaro, Forcellini, Guizza, Chiesanuova, Mandria).

Va inoltre ribadita la necessità che gli scenari strategici vengano estesi alla città metropolitana, aprendo il processo partecipativo anche per l’elaborazione del PATI intercomunale. Per un reale contenimento del consumo dei suoli è essenziale ed urgente che si dia vita quanto prima ad uno stretto coordinamento delle politiche abitative perseguite dai singoli comuni. Infine per evitare che i tempi burocratici di approvazione del PAT ne compromettano gli esiti, riteniamo necessario che almeno alcuni indirizzi di fondo (ad esempio quelli relativi alla perequazione ad arcipelago ed ai crediti edilizi) siano anticipati con l’immediata adozione di specifiche modifiche alla normativa di piano vigente.

Sergio Lironi e Lorenzo Cabrelle – Sintesi del documento di Legambiente ad Agenda 21