Mentre continuano gli sforamenti della soglia per la protezione della salute sul lungo periodo (120 microgrammi per metro cubo d’aria) termine – siamo a quota 27 contro i 25 giorni consentiti per legge in un anno, da quattro giorni l’ozono sta superando anche il livello di attenzione (180 microgrammi per metro cubo d’aria) quello cioè per cui si comincia a risentire di effetti a breve termine sullo stato di salute. Domenica 17 giugno sono stati registrati 189 microgrammi per metro cubo d’aria, Lunedì 193, martedì 239.
A questi livelli di concentrazione – spiega Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova l’ozono può causare effetti immediati: nei soggetti più sensibili, può irritare il sistema respiratorio: tosse, senso di irritazione in gola e nei polmoni. L’ozono inoltre può ridurre la funzione polmonare: significa che diminuisce la quantità di aria che si riesce a respirare. L’ozono può rendere più difficile respirare profondamente, e se si sta facendo una attività faticosa all’aperto ci si rende conto di respirare più in fretta e meno profondamente che di norma. L‘ozono può aggravare l’asma e altre patologie respiratorie. Infine l’ozono può provocare l’infiammazione del sottile strato di cellule che riveste le vie respiratorie.