Parco Iris: un altro intervento improprio

Un’irresistibile propensione al costruire, anche in assenza di bisogno (se non quello degli immobiliaristi).

Premessa

– Considerata l’inopportunità di impermeabilizzare ulteriormente l’area

– Visto il progressivo snaturamento che viene fatto dalle A. C. dei cunei verdi previsti con lungimiranza da Piccinato

– considerata la funzione di bacino per il deflusso delle acque di Padova, la frequenza di condizioni metereologiche che non si possono più considerare “eventi eccezionali”, dimostrate delle ultime inondazioni dell’area in questione

– viste le osservazioni della Regione e del Consorzio di Bonifica al PATI di Padova che diventeranno vincolanti alla sua approvazione, ma che già oggi non possono essere ignorate

– apprezzata la condizione di “invariante ambientale” richiesta dalle Norme Tecniche di Attuazione del PAT adottato (quindi in misura di salvaguardia) che attraverso nuove edificazioni non si realizzerebbe se non con misure di risanamento idraulico e fognario funzionanti ( si ricorda la mozione approvata dal C.C. sull’idrovia)

– visto che la richiesta di “perimetrazione” non prevede nelle Norme Tecniche di Attuazione termini per la risposta alla stessa e che vi sono nel già costruito alloggi ancora invenduti

si considera un atto di grave irresponsabilità la concessione di nuovi interventi edilizi, in presenza di condizioni a rischio aggravato da ulteriori edificazioni, che con probabilità elevate si verranno ancora a creare, maturate peraltro conoscendone gli effetti.

Difficile in queste condizioni sarà per il Comune sottrarsi all’obbligo di risarcire i danni (non potrà dire che non sapeva, mentre il privato avrà i vantaggi economici dell’operazione senza rischi)

Possibili soluzioni:

– Perequazione ad arcipelago

– Variante al PRG (attraverso il PAT in controdeduzioni)

– Sospensione fino alla messa in sicurezza dell’area. Dovrebbe essere votata la mozione presentata in tal senso in Consiglio Comunale.

– Crediti edilizi (contemplati nella LR, applicati da alcuni Comuni in assenza di Direttiva regionale. Un disciplinare dovrebbe dare criteri generali. La LR affida al PAT questo compito – non esaudito in quello di Padova – sia per i crediti che per la perequazione, poi il PI darà disposizioni più precise). La difficoltà di applicazione di questo strumento sta nel fatto che il Comune ha venduto delle aree pubbliche edificabili sulle quali avrebbero dovuto “atterrare” i crediti edilizi e fra questi quelli del Parco IRIS. Una operazione di scarso respiro e lungimiranza fatta per incassare subito del denaro ma incapace di una visione strategica che alla fine può essere anche più redditizia per le casse del Comune.

La proposta (formalmente?) presentata prevede la costruzione di edifici in linea per 33000 mc sparpagliati sull’area privata, con 2 villette dei proprietari/proponenti che si affacciano sul parco. L’area ceduta gratuitamente dai privati lottizzanti (CL Compagnia delle Opere) al Comune circa 9 ettari è un acquisto importante per la città. Ma abbiamo sentito chi l’amministra, ripetere che il verde ha un costo troppo impegnativo a causa della manutenzione, che il Comune non ha soldi, che meglio è vendere aree e immobili pubblici per fare cassa. Quindi che pensare? Si vendono le aree che già si hanno e se ne vogliono recuperare altre lasciando costruire qualche migliaio di metri cubi in posizione sbagliata? Per poi magari rivenderle perché costano, come è recentemente accaduto.

E’stato un errore assegnare nel PRG una capacità edificatoria a quest’area.

Se c’è la volontà di correggerlo, si prendono in esame le proposte alternative presentate (o altre migliori) e si discutono.

E’ innanzi tutto una scelta politica che delinea l’immagine della città che vogliamo, diritti pubblici e diritti privati compresi, vantaggi economici e rischi, benefici per gli operatori immobiliari o per il quartiere e la città.

Arch. Luisa Calimani