PARK IN PRATO, CHI PAGA GLI SCAVI ARCHEOLOGICI?
Da 1 a 3 milioni, rischiano di essere a carico del Comune

Martedì 2 novembre le commissioni consiliari urbanistica e cultura torneranno a discutere congiuntamente dell’autosilos – e della convenzione che lo concerne – e degli altri interventi che interesserebbero Prato della Valle e Piazza Rabin.

Mentre le associazioni ambientaliste preparano un convegno pubblico per discutere con i cittadini del futuro dell’area, Legambiente intanto chiede alle due commissioni riunite chi pagherà – fino a 3 milioni di euro – per gli inevitabili scavi archeologici.

“L’assessore Luisa Boldrin – attacca Lorenzo Cabrelle del Direttivo di Legambiente – ha ostentato troppa sicurezza nel considerare praticamente risolto con la Soprintendenza Archeologica il problema dello scavo per la realizzazione del parcheggio interrato in piazza Rabin. La  Soprintendenza ha invece comunicato che farà pervenire le prescrizioni per la realizzazione dello scavo archeologico, visto i reperti trovati nelle indagini preliminari.

La domanda che il comune avrebbe dovuto subito porsi ed a cui non è stata finora data risposta è: quanto tutto ciò verrà a costare. La stima dei costi è assolutamente necessaria ed urgente considerato che la convenzione, già stipulata con la società che dovrà realizzare l’intervento, prevede che l’impresa si accolli gli oneri derivanti da ritrovamenti archeologici fino a solo 150 mila euro, superati i quali la stessa impresa avrà diritto al ristoro degli oneri imprevisti. Ebbene, il costo di uno scavo archeologico su un’area di 9000 metri quadri, qual è quella che interessa il parcheggio interrato, ed esteso fino alla profondità di 5 metri  può variare da uno a tre milioni di euro e comportare un anno di lavori. La variazione dipende dalla densità dei reperti che risulteranno dagli scavi e dai costi di repertazione e conservazione del materiale recuperato. Se poi si dovessero rinvenire resti di carattere monumentale, come quelli del tempio romano individuato in zona Marconi, l’area diventerebbe inedificabile. A questo punto perché insistere con la rischiosa e onerosa realizzazione dell’autosilo, già molto criticato, oltre che dalle associazioni ambientaliste, da ampi settori mondo culturale e politico? Si abbia il coraggio, e la saggezza, di rinunciare al parcheggio interrato, conclude Legambiente.