L’obiettivo delle osservazioni del comitato Rovereto-Friuli (scarica qui il testo completo) è quello di far diventare Selvazzano una “Città ad impatto zero”, un Comune innovativo e ad alta vocazione ambientale, in cui qualità dell’aria, lottizzazioni, edificazioni, quantità di verde e di spazi agricoli, restino invariati ai livelli di oggi; in cui la conservazione dell’ambiente esistente ed il miglioramento complessivo della qualità della vita dei cittadini siano obiettivi primari e prioritari dell’azione amministrativa.
Con riferimento alla “QUALITÀ DEL TESSUTO URBANO E VITA DEI CITTADINI” si chiede per prima cosa “la moratoria immediata di tutti i piani di lottizzazione non ancora approvati, fino a che non siano stati effettivamente occupati tutti gli spazi abitativi esistenti e completato il recupero delle abitazioni attualmente non utilizzate perché degradate o fatiscenti”.
La stessa moratoria viene chiesta per tutti i progetti di nuovi centri commerciali di medie e grandi dimensioni, privilegiando invece il commercio al dettaglio, che meglio risponde alle esigenze delle fasce più deboli della cittadinanza e favorisce un maggior presidio del territorio.
Si chiede inoltre che gli insediamenti abitativi che si rendessero necessari per oggettive esigenze demografiche del Comune, prevedano al loro interno un adeguato numero di piccoli esercizi commerciali e ricreativi, nonché spazi per la socializzazione e per attività che assicurino un maggiore presidio del territorio, evitando così il ripetersi del fenomeno dei “quartieri dormitorio”.
Si chiede, ancora, un attento censimento e recupero, con riqualificazione energetica, degli edifici degradati, trasformando i capannoni inutilizzati in spazi di servizio per la cittadinanza. Si auspica la creazione di giardini comunitari o condivisi e l’assegnazione degli spazi verdi abbandonati alle associazioni di cittadini che ne fanno richiesta.
Con riferimento al sistema delle “RISORSE NATURALI, AMBIENTALI, PAESAGGISTICHE E NATURALISTICHE” si chiede che gli interventi che riguarderanno “Il parco fluviale del Bacchiglione” siano finalizzati ad integrare il territorio del fiume con i vicini spazi urbani, anche attraverso un sistema di percorsi dedicati alla mobilità dolce, rendendo così fruibile a tutta la cittadinanza il patrimonio naturalistico e culturale di cui il fiume Bacchiglione è portatore,
“Le aree verdi comunali” siano pensate come parte di un Sistema unitario del Verde, riconoscendone le funzioni di pubblica utilità dal punto di vista climatico, ricreativo, ecologico e di difesa dagli inquinanti.
“Il grande raccordo anulare di Padova”, che determina grande turbativa ambientale e sociale, sia spostato in corrispondenza della fascia meno profonda del territorio comunale e in un punto più stretto dell’alveo fluviale, da sottopassare in galleria. L’inquinamento derivante dal traffico dovrà inoltre essere monitorato e assorbito dalla piantumazione di un numero sufficiente di alberi.
Per quanto riguarda il “Risanamento del Tessuto Urbanizzato ed il Sistema della Mobilità” si chiede: che i nuovi insediamenti siano subordinati al preventivo adeguamento della viabilità esistente, sulla base di studi preliminari del traffico potenziale; che le piste ciclabili costituiscano un sistema indiviso, che connetta, in situazione di sicurezza, i centri abitati del territorio comunale possibilmente con tracciati esterni ai centri abitati e non ai lati dei percorsi automobilistici; che strade, piste ciclabili e marciapiedi siano individuati e gestiti come spazi separati, adeguatamente protetti gli uni dagli altri ed infine che sia vietato il traffico motorizzato sulle sommità arginali.
Ci sembra che le osservazioni del Comitato siano del tutto condivisibili e ci auguriamo che il comune, per una efficace concertazione, apra il tavolo di confronto richiesto.
sintesi a cura di ecopolis