Il Comune ha tempo fino al 30 ottobre per limitare i danni. Il 10 luglio è stata pubblicata sul Bollettino Regionale la legge n. 14 sul cosiddetto “Piano Casa”. Il giudizio di Legambiente è sostanzialmente negativo, soprattutto per il fatto che permette di intervenire, in deroga alle norme urbanistiche, sugli edifici non residenziali. Spiega Lorenzo Cabrelle – direttivo Legambiente Padova: “l’effetto di questa scelta sarà un’ulteriore, diffusa, “spolverata di cemento”, perché è ammesso ai benefici della legge qualsiasi tipologia di edificio residenziale, compresi i condomini, senza alcuna prescrizione che tuteli la qualità architettonica e la composizione urbanistica degli interventi. Per salvare il salvabile è, quindi, assolutamente necessario che, entro il 30 ottobre, i comuni deliberino gli ulteriori limiti e modalità di applicazione della legge per la tutela di particolari situazioni di carattere urbanistico, edilizio, paesaggistico ed ambientale, sfruttando la facoltà concessa dal disposto normativo approvato.
Per il comune di Padova tali elementi potranno essere individuati utilizzando il lavoro di analisi effettuato durante l’elaborazione del Piano di Assetto Territoriale (PAT), di recente adottato. Potranno così essere adottate norme di salvaguardia quantomeno per i quartieri della prima periferia (il centro storico è già escluso dal provvedimento) in cui siano presenti edifici, giardini, spazi aperti che, anche se non vincolati, risultano architettonicamente e morfologicamente significativi, o che comunque costituiscano elementi essenziali per la memoria storica e l’identità dei diversi rioni. Un motivo per porre dei limiti può anche essere costituito dalla carenza di verde e dall’elevato livello di impermeabilizzazione dei suoli caratterizzanti una specifica unità urbana. Tra le modalità applicative non dovrà assolutamente essere dimenticato il “diritto al sole” (soleggiamento alla data del solstizio invernale) per i fabbricati limitrofi a quello di cui venga richiesto l’ampliamento.
Della Legge Legambiente apprezza la parte riguardante l’utilizzo dell’edilizia sostenibile e delle fonti di energia rinnovabili. Tutti gli interventi di demolizione e ricostruzione, che prevedano aumenti fino al 40% del volume esistente, per gli edifici residenziali, e fino al 40% della superficie coperta, per quelli di uso diverso, potranno essere realizzati solo se verranno utilizzate le tecniche dell’edilizia sostenibile. Queste modifiche recepiscono alcune delle precise osservazioni che avevamo fatto come Legambiente.