L’asta per l’acquisizione del palazzetto ex Coni in piazza Azzurri d’Italia non è stata aggiudicata. I Fondi Immobiliari della Banca Nazionale del Lavoro, proprietari dell’immobile, hanno fatto sapere, secondo quanto affermato dalla consigliera dei Verdi Aurora D’Agostino, di poter ancora accettare un’offerta da parte del Comune, qualora pervenga in tempi rapidi una formale manifestazione d’interesse all’acquisto. Premesso che appare sconcertante che il Comune non abbia partecipato fin dall’inizio all’asta per l’acquisto dell’immobile, è necessario che l’opportunità di rientrare in gioco che gli viene data non venga lasciata cadere. Dopo la bocciatura del progetto delle cosiddette “Torri di S.Carlo” il Comune non ha fatto nulla per riprendere il progetto della riqualificazione del ce ntro dell’Arcella. È tempo che batta un colpo, e questo può avvenire con l’acquisto del palazzetto ex Coni.
Chiediamo, quindi, al Sindaco di riconsiderare la decisione di non partecipare all’asta. I 4 milioni necessari possono essere trovati con operazioni finanziarie mirate: finanziamento da parte di qualche fondazione, cessioni o permute di immobili, stralcio di opere che possono essere rinviate al prossimo mandato, economie in progetti dai costi ridondanti quali quello del ponte verde, il cui importo di circa 20 milioni di euro, è in buona parte a carico del Comune. Dopo l’acquisto dell’immobile non sarà necessario aggiungere altri soldi per la sua ristrutturazione, perché l’obiettivo finale deve essere più ambizioso.
L’obiettivo finale deve essere quello della riqualificazione dell’intera area centrale dell’Arcella, che comprende la piazza del mercato, l’edificio ex Coni e l’ex Cinema Arcobaleno da una parte e tutta l’area antistante la chiesa di S.Carlo, fino alla villa Morassutti, dall’altra. Questo progetto, che deve essere connotato da un’alta qualità urbanistica ed architettonica, potrà essere realizzato anche in un secondo tempo, dalla prossima amministrazione, coinvolgendo eventualmente i privati. Per ora è sufficiente acquisire l’immobile perché così il Comune diventerebbe il maggior proprietario all’interno del comparto, trovandosi quindi nelle condizioni di poter realisticamente progettare la riqualificazione dell’area. Quello che il Comune dovrebbe invece fare nel tempo che rimane prima della nuova scadenza elettorale, è realizzare quella progettazione partecipata, chiesta a gran voce dal mondo delle associazioni e dallo stesso consiglio di quartiere, necessaria per individuare, in modo condiviso, come realizzare la nuova centralità dell’Arcella.
Il risultato di questa progettazione partecipata potrebbe, poi, essere utilizzato per bandire un concorso internazionale di idee su cui chiamare la comunità ad esprimersi. Verrebbe, così, soddisfatta la richiesta del quartiere 2 Nord di realizzare nel centro dell’Arcella il “luogo identitario” di tutta la Comunità, recependo le proposte che il tavolo di lavoro per l’elaborazione a livello di quartiere del Piano di Assetto del Territorio ha inserito nel suo documento finale. Rinunciare a questo progetto significherebbe dimostrare, nei fatti, la scarsa determinazione di questa amministrazione nel perseguire il recupero urbanistico delle periferie. Significherebbe, inoltre, tradire le aspettative del più popoloso quartiere della città. E questa, in vista ormai della nuova scadenza elettorale, potrebbe essere una scelta molto rischiosa.
Lorenzo Cabrelle – Direttivo Legambiente Padova