Ancora una volta Padova si ritrova sul non invidiabile podio delle città più inquinate d’Italia per quanto riguarda il Pm10: terza per il numero di giorni di superamento e seconda per quanto riguarda la media annuale.
“Il rapporto Malaria di città diffuso oggi da Legambiente nazionale – spiega Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova – analizza i dati delle polveri sottili registrati dalle centraline urbane di tutti i Comuni capoluogo italiani. Ha esaminato i due parametri di legge: il numero di giorni di superamento del valore limite, prendendo in considerazione le stazioni di rilevamento che ne ha rilevati di più e le medie annuali. Per quanto riguarda il primo parametro la nostra città risulta terza con 84 giorni fuorilegge (il limite di legge è 35 in un anno), dopo Torino, 99 e Venezia, 88 (vedi tabella nel dossier Malaria). Per il secondo il rapporto Malaria per ogni città ha calcolato la media annuale risultante dai dati di tutte le centraline. Su 60 città che hanno registrato una media annuale superiore a quanto indicato dall’OMS (20 microgrammi per metro cubo d’aria), Padova risulta addirittura seconda con 34 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria, dopo Torino che ne registra 35 (vedi tabella nel rapporto Malaria)”.
Per uscire dalla logica dell’emergenza e per ridurre l’inquinamento nelle nostre città sono molte le misure da adottare: il rapporto Malaria ne elenca 16: è necessario incrociare due temi cruciali come la mobilità e l’uso dello spazio pubblico che insieme ad interventi riguardanti altri settori come riscaldamento, industria e agricoltura, porteranno benefici immediati e duraturi:.
“A Padova – continua Passi- bisogna partire dalla revisione della politica della sosta: è noto che i parcheggi in centro attraggono traffico che altrimenti non attraverserebbe la città, ma si insiste su quelli e non sui parcheggi scambiatori con i mezzi pubblici al limitare della città. Bene la ventilata pedonalizzazione di via Dante e San, Fermo, ma si dia subito un segnale importante: si chiudano i nuovi 100 posti auto temporanei alla Prandina, allestiti solo per le recenti festività natalizie, come l’Amministrazione ha dichiarato più volte, e che dovevano essere chiusi l’11 gennaio. Legambiente ancora una volta chiede al Comune di dire finalmente e chiaramente cosa vuol fare di fare di quella grande area.”
“Altri interventi di contrasto allo smog e capaci di garantire modalità di mobilità che proteggano dal Covid attuabili rapidamente – insiste Passi – riguardano il potenziamento della ciclabilità e della micromobilità elettrica. Vanno realizzate di ampie aree a “ciclabilità diffusa” introducendo il doppio senso di marcia per biciclette e mezzi elettrici leggeri nelle strade a senso unico: basta solo dotarle di segnaletica orizzontale e verticale. Inoltre, tra i progetti già previsti dal Comune c’è la Bicipolitana: si tratta di venti assi ciclabili forti, messi in totale sicurezza, che attraversano la città nelle varie direzioni, già ora di grande percorrenza da parte dei ciclisti. A metà novembre sulla stampa locale abbiamo letto dell’intenzione di far partire la prima linea della Bicipolitana: quando?”.
Gli ultimi 10 anni
Negli ultimi 10 anni Legambiente ha monitorato a livello nazionale il Pm10: su 69 città che almeno una volta hanno superato il limite di legge annuale 19 lo hanno superato tutti gli anni. Padova è tra queste ultime: una malata cronica di inquinamento. Infatti in questi 10 anni ha collezionato 800 giorni totali in cui le polveri sottili hanno superato il limite. Da quando Arpav monitora il Pm10 a Padova la città del Santo ha sempre superato il limite per 20 anni consecutivi. Ma non è finita qui. Dal 2011 al 2020 l’ozono a Padova ha superato il limite di legge giornaliero 600 volte.
Tra Pm10 e ozono, dunque negli ultimi 10 anni i giorni fuorilegge sono stati 1400, quasi 4 anni.