La situazione del traffico nel quadrante delimitato dalla vie Trieste, Gozzi, Tommaseo e Corso del Popolo è nota a tutti. Lo studio di impatto viabilistico, commissionato dai promotori sull’area del PP1 all’ing. Luca Della Lucia, stima che, a seguito dell’intervento (150.000 metri cubi di nuova edificazione), via Valeri sarà interessata da 600 spostamenti in più nell’ora di punta della mattina e 900 nell’ora di punta della sera. Questo si traduce in un aumento del traffico di oltre il 17%, rispetto alla situazione attuale, in una zona già oltre modo congestionata. Lo studio, peraltro, non ha tenuto conto dei flussi di traffico indotti nell’area dalla realizzazione del centro intermodale, previsto nei pressi della stazione. Per far fronte alla nuova situazione l’ing. Della Lucia propone alcuni scenari di modifica del sistema viabilistico esistente, che presuppongono la realiz zazione del cavalcaferrovia Sarpi-Dalmazia e del “ponte verde” previsto all’altezza della fiera. Queste infrastrutture sono, peraltro, esistenti solo sulla carta, per cui qualsiasi ipotesi di cantierizzazione del PP1 dovrà essere subordinata alla realizzazione dei due ponti. A fronte di quanto premesso, la scelta della commissione urbanistica, di rimandare ogni decisione alla presentazione di alcune integrazioni allo studio di impatto viabilistico, non può che essere condivisa.
Lo scenario prospettato induce, inoltre, la seguente considerazione: se l’Arco di Giano (la viabilità che disimpegna i due nuovi ponti) riuscirà a sottrarre all’area centrale una parte significativa degli spostamenti che la interessano, l’Arcella, come paventato, risulterà divisa dal resto della città da una nuova infrastruttura ad alto volume di traffico, se, invece, il trasferimento di traffico non avverrà continuerà a restare in sofferenza il quadrante centrale.
Il punto è che lo sviluppo urbano che si sta portando avanti, con scarsa discontinuità rispetto alla precedente amministrazione, non garantisce alcun significativo recupero della vivibilità e della sostenibilità ambientale della città, anzi rischia di peggiorarle.
Ogni intervento di trasformazione urbana di ampio respiro (anche se nel caso in esame sitrattadi densificazione più che di trasformazione) dovrebbe porsi l’obiettivo di conseguire, assieme al riordino edilizio, l’eliminazione della congestione del traffico. La corretta soluzione sta nel trasferire la parte prevalente degli spostamenti che interessano la città dal trasporto privato a quello pubblico e favorire la mobilità sostenibile. Realizzare, cioè, un robusto ed efficiente servizio pubblico ed una rete ciclo-pedonale in sede protetta, integrati da servizi di trasporto a basso costo, quali i taxi collettivi e le auto in multiproprietà.
Insistere, invece, nella previsione di ampi parcheggi nelle aree centrali della città (nel PP1 sono previsti quasi 1600 metri quadri a parcheggio pubblico e 1300 a parcheggio privato) non avrà altra conseguenza se non quella di attrarre un incontenibile flusso di traffico privato, vanificando i vari interventi sul sistema viabilistico, che produrranno solamente il trasferimento delle situazioni di congestione da un punto della città ad un altro, sacrificando, comunque, i quartieri periferici al traffico di attraversamento.
Lorenzo Cabrelle – Direttivo Legambiente Padova