Pubblichiamo due interventi di altrettante associazioni su temi importanti per la qualità urbana della città.
Prato della Valle, progetto secretato dall’Assessore Mariani
Venerdì 2 gennaio l’assessore all’urbanistica Luigi Mariani alla mia rinnovata richiesta di poter consultare il progetto del prof. Sergio Crotti su prato della Valle, mi ha scritto cortesemente: “Come ti ho più volte detto, quello nelle nostre mani è solo una bozza relativa alla prima fase dello studio, che non sono autorizzato a distribuire. Attendi ancora un mese o due e avremo la stesura definitiva dello studio”.
Apparentemente va tutto bene. Ma invece non mi pare che sia così.
Ricapitoliamo. Il 9 gennaio Il Mattino di Padova dedica un’intera pagina al progetto del prof. Crotti su Prato della Valle e pubblica anche i disegni delle tre ipotesi progettuali. E’ evidente che il giornalista ha potuto anche riprodurre le tavole a colori annesse al progetto. Tempo ipotizzabile per l’intera operazione di lettura della relazione progettuale e della riproduzione dei disegni allegati circa una giornata di lavoro.
Ma allora perché Mariani non fornisce gli studi- ancorché solo preliminari – ai cittadini (esiste una legge precisa sulla trasparenza amministrativa).Il comportamento dell’assessore Mariani è legale? A me pare di no.
Tutti i cittadini hanno gli stessi diritti ad essere informati da parte del Comune oppure no? Forse l’assessore Mariani ha a tale proposito delle opinioni diverse che varrebbe la pena di conoscere. Ma l’episodio del progetto Crotti mi spinge a fare anche un ulteriore tipo di considerazione. Quale concezione della partecipazione ha l’assessore Mariani?
Dalla sua lettera e dal suo comportamento si ricava che egli ritiene che la Giunta comunale deve elaborare, in modo completo, delle proposte o dei progetti e soltanto dopo, farli conoscere ai cittadini. Questa concezione della partecipazione mi pare francamente sbagliata. Io credo che il controllo dei cittadini sia utile in tutte le fasi di elaborazione dei progetti della Giunta comunale. E’ possibile che tale partecipazione o controllo eviti degli errori fin dall’inizio. In fondo la Giunta comunale ha come compito quello di rispondere ai bisogni, alle richieste dei cittadini. Per quale ragione non conoscerli subito?
Non credo affatto che tutti i cittadini siano degli architetti o degli urbanisti. Ma tutti i cittadini sanno quello che chiedono agli architetti e agli urbanisti. Gli architetti e gli urbanisti hanno il ruolo professionale di dare delle risposte. E’ evidente che la partecipazione dei cittadini deve seguire un percorso preciso, deve avere anche dei limiti e delle forme.
Non mi pare che la concezione dell’assessore Mariani in materia di partecipazione sia quella giusta e soprattutto che sia accettabile.
Elio Franzin – Amissi del Piovego
********************************
Camionabile & Idrovia
Affinché la realizzazione della camionabile avvenga in modo corretto dal punto di vista finanziario e amministrativo è opportuno utilizzare la terra dell’Idrovia. Quindi, e non solo per questo motivo, l’Idrovia va terminata.
In termini pratici, riportando sul sedime della camionabile la terra ricavabile dallo scavo dell’Idrovia, sarà possibile conseguire un risparmio significativo nella realizzazione della camionabile, risparmio che l’ente pubblico è tenuto a perseguire.
Questa considerazione è avallata da un tecnico, l’ing. Alberto Cevese, e da un impresario che si occupa di movimenti terra, il signor Maurizio Zanellato di Correzzola. Entrambi conoscono bene la qualità dei terreni presenti lungo il tracciato dell’Idrovia in quanto l’ing. Cevese ha progettato e realizzato il Porto sull’Idrovia (porto che mai è stato lambito dall’acqua), mentre l’impresa Zanellato ha a suo tempo effettuato lo scavo dell’Idrovia nel tratto di Camin. Il terreno è costituito prevalentemente di limo sabbioso, idoneo per rilevati stradali quali la camionabile, di sabbia limosa, e infine di sabbia. Entrambi, inoltre, conoscono bene le quotazioni di mercato del materiale asportabile scavando l’Idrovia: intorno ai 5 euro al metro cubo se usato in loco, intorno ai 10 euro se impiegato lontano dal punto di prelievo. In altri termini, se si userà la terra dell’Idrovia per costruire i rilevati stradali della camionabile, la si pagherà 5 euro al metro cubo, se invece la si vorrà trasportare dalle cave, che si troveranno tutte lontane dalla camionabile, tale terra costerà il doppio. E non si pensi che ne serva poca. Queste circostanze mi spingeranno quindi ad intervenire presso il presidente della società che realizzerà la camionabile, la GRA s.p.a., sollecitando la presa d’atto di quanto ho appena esposto. Il presidente della GRA s.p.a. è il presidente della Provincia di Padova Vittorio Casarin.
Concludo sottolineando che l’Idrovia è comunque un’opera indispensabile che può coesistere, nostro malgrado, con la camionabile a pagamento, visto che i nostri politici vogliono a tutti i costi inquinare anche l’ultimo lembo di terra della nostra provincia. Ricordo infatti che i TIR che percorreranno la camionabile inquineranno come 1030 auto a benzina (dato Arpav).
Roberto Rivoletto, presidente GIZIP – Gruppo Imprenditori della Zona Industriale di Padova
Una posizione come questa è semplicemente inaccettabile. In tempi di mutamenti climatici conclamati, è sempre più urgente razionalizzare e limitare l’uso delle risorse e in particolare quelle energetiche. Il rilancio del trasporto merci via acqua va in questa direzione. La camionabile, invece, non farebbe che aumentare il trasporto merci su gomma, il più dispendioso dal punto di vista energetico, ed il più inquinante, sia a livello di gas che producono l’effetto serra, sia per quanto riguarda le emissioni di inquinanti nocivi alla salute, come il Pm10.