Riparliamo di San Carlo?

Il referendum sulle torri di S.Carlo, che ha bocciato a larga maggioranza il planivolumetrico proposto dalla Immobiliare Valli, è stato un importante momento di democrazia urbanistica, che ha dimostrato l’interesse dei cittadini a partecipare al processo decisionale che riguarda la trasformazione urbanistica del loro territorio. L’amministrazione comunale ha correttamente tenuto conto dell’esito della consultazione popolare ed ha accantonato il progetto della costruzione delle cosiddette torri di S.Carlo. Da allora, però, è caduto il silenzio sulla riqualificazione di piazza Azzurri d’Italia e del circostante ambito urbano che si pone a cavaliere di via Tiziano Aspetti. Ma non era questo l’esito che si attendeva chi si è espresso per il no nel quesito referendario.
Il progetto è stato respinto in quanto non rispondeva alle esigenze degli abitanti dell’Arcella e non perché si voleva che le cose restassero immutate. Lo studio di riqualificazione dell’area va, quindi, riavviato tenendo conto delle aspettative dei residenti. Tali aspettative si possono sintetizzare, in buona sostanza, nella richiesta della creazione di un vero luogo di centralità urbana, dove siano organizzati funzionalmente i servizi e le attrezzature pubbliche.
Con riferimento a queste aspettative ed al modo per soddisfarle richiamo alcune idee, peraltro già avanzate in altre occasioni, che hanno trovato molti consensi tra i residenti in occasione delle interviste e delle assemblee organizzate in preparazione del referendum.
1. Gli spazi pubblici (centro civico, piazza, verde pubblico ecc.) devono essere il tema dominante della progettazione. In particolare il centro civico deve avere caratteristiche edilizie che lo qualifichino come simbolo identitario del quartiere e deve accogliere non solo gli uffici amministrativi, ma anche spazi e laboratori per gli spettacoli e le attività culturali e ricreative.
2. Deve essere interrotto il traffico di attraversamento del nuovo centro del quartiere al fine di ricucire, con un’isola pedonale e ciclabile, lo spazio antistante la chiesa di S.Carlo con la piazza Azzurri d’Italia e gli impianti sportivi. L’unico mezzo che potrà attraversare il luogo di centralità del quartiere deve essere il tram.
3. La volumetria deve essere limitata al minimo necessario per consentire il rientro dai costi delle urbanizzazioni ed un ragionevole profitto. A tal fine il comune può mettere in gioco una limitata edificabilità nelle aree di sua proprietà o ricorrere ai sistemi di compensazione edilizia che la legge urbanistica regionale ora consente.
Alla contestazione che l’adozione di un nuovo Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica (PIRU) non è più possibile in quanto, essendo in variante al P.R.G., dovrà essere subordinata all’approvazione del Piano di Assetto del Territorio (PAT), va risposto che questo fatto non impedisce di avviare il percorso di costruzione del nuovo programma, che dovrà passare attraverso la creazione di laboratori di partecipazione dei cittadini, da cui dovranno emergere le linee di indirizzo per la elaborazione del nuovo progetto o, cosa preferibile in considerazione dell’ambito territoriale considerato, per l’indizione di un concorso pubblico di progettazione dei nuovi spazi urbani.
Un’altra attività da avviare, propedeutica a quella appena accennata, è quella relativa ai possibili scenari di sostenibilità ambientale del nuovo insediamento, con particolare riferimento alla mobilità. In questi giorni le circoscrizioni stanno mettendo a punto le modalità per avviare il processo partecipativo per la stesura del Piano di Assetto Territoriale. Vi è, quindi, la possibilità di avviare in tempi brevissimi un laboratorio che tratti lo specifico argomento della creazione del luogo di centralità urbana dei rioni Arcella e S.Carlo.
Il laboratorio dovrà interagire con i proprietari delle aree al fine di definire un quadro di indirizzi condivisi da utilizzare per la predisposizione del disciplinare del bando di concorso pubblico di progettazione. L’obiettivo deve essere quello di predisporre gli studi e gli elaborati necessari per poter approvare il Progetto di Riqualificazione Urbana a ridosso dell’approvazione del PAT, qualora non sia possibile anticipare i tempi ricorrendo a particolari procedure previste dalla legge urbanistica regionale (ad esempio l’Accordo di Programma).

Lorenzo Cabrelle