Rischio arsenico nell’acqua? Servono garanzie per la cava di Sant’Andrea

La cava, di proprietà della ditta De Liberali Snc di Vedelago (Treviso), una volta esaurita, divenne una discarica per inerti. Ma nel corso degli anni iniziarono a fioccare le denunce pubbliche da parte di numerosi cittadini della zona sul traffico notturno di camion che scaricavano strani materiali nella cava.

Nel 2002 i cittadini si costituirono in comitato e iniziarono una lunga battaglia che portò ai controlli dell’Arpav e alla scoperta della presenza di arsenico nella cava. La discarica fu immediatamente messa sotto sequestro, e l’iter giudiziario è ancora in corso. Ma nel frattempo i cittadini della zona non hanno smesso di mobilitarsi contro quella che considerano una vera e propria bomba pronta a scoppiare da un momento all’altro: una cava contenente rifiuti velenosi a ridosso della falda acquifera.

La Provincia di Treviso emise nel 2005 un’ordinanza di bonifica dell’area, intimando alla ditta proprietaria di rimuovere totalmente i rifiuti presenti nella cava. Ma il provvedimento fu bocciato nel marzo 2006 dal Tar per un vizio formale e l’amministrazione provinciale fu costretta ad elaborare una nuova ordinanza. Nel frattempo, però, entrarono in vigore le nuove norme sull’ambiente varate dal governo Berlusconi, secondo le quali i provvedimenti di bonifica devono essere commisurati alla capacità economica dell’azienda a cui si rivolgono.

L’inchiesta della ragioneria provinciale stabilì che la De Liberali non era in grado di spendere i 7 milioni di euro richiesti dalla bonifica integrale, e nel giugno scorso arrivò la nuova ordinanza, che prevede la copertura della discarica e l’installazione di alcuni incanalatori di flusso per proteggere la falda, sfruttando lo strato naturale di argilla impermeabile. Un progetto dal costo stimato intorno al milione di euro, una cifra vicina ai 600 mila euro che ha offerto la ditta.

Ma il comitato contesta il provvedimento: «Quella era una cava di argilla, lo strato impermeabile è stato scavato. – raccontano – Prima della discarica tutti ricordano che c’erano dei laghetti. Si tratta di almeno 19 polloni.»

L’arsenico potrebbe quindi essere già filtrato nella falda sottostante, che comunica con quelle a sud, tanto che il Wwf castellano ha recentemente mandato una lettera ai sindaci di Loreggia e Camposampiero per avvisarli del potenziale pericolo e invitarli ad effettuare i necessari controlli.

Lorenzo Zamponi