Giovedì 10 marzo il limite di legge annuale del Pm10 – 35 giorni oltre i 50 microgrammi per metro cubo d’aria – è stato superato in tre delle cinque centraline Arpav di Padova. Ancora una volta non è il Comune a darne notizia, bensì Lucio Passi responsabile politiche antismog di Legambiente Padova.
Passi fornisce i dati. “La centralina di Viale internato Ignoto ha registrato 41 giorni oltre il limite, tallonata da Granze di Camin con 38 superamenti: entrambe posizionate per monitorare in particolare l’area interessata dalle emissioni dell’inceneritore”.
Segue la stazione di rilevamento dell’Arcella, rappresentativa dell’inquinamento derivante dal traffico nell’intera città, con 36.
“Siamo entrati – continua l’esponente di Legambiente – nel ventiduesimo anno consecutivo in cui l’aria di Padova è fuorilegge. Tutti noi siamo vittime dell’esposizione prolungata alle micropolveri: la condizione più dannosa per la salute.”
Per il momento, non hanno ancora raggiunto il limite le centraline di via Carli, con 32 superamenti e della Mandria con 31: quest’ultima però il 10 ha registrato il record negativo di 111 microgrammi per metro cubo d’aria: più del doppio della soglia giornaliera.
I DANNI ALLA SALUTE DOVUTI ALL’ESPOSIZIONE CRONICA
L’esposizione prolungata nel tempo anche a bassi livelli di PM10 annovera molte possibili conseguenze. Dai disturbi respiratori lievi, alla diminuzione della funzionalità polmonare, alle bronchiti croniche e danni al sistema cardiovascolare, all’aumento della mortalità sia per gravi malattie respiratorie che per tumori al polmone. Tumori legati anche a sostanze cancerogene veicolate dalle polveri sottili come il Benzo(a)Pirene.
LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE
In attesa delle nuove linee del tram questi gli interventi che servono subito.
*Trasporto pubblico. E’ urgente aumentare le frequenze degli autobus negli orari di punta e nei giorni festivi, realizzando corsie preferenziali e potenziando soluzioni innovative come il servizio di Night Bus.
*Ciclabilità. E’ prioritaria la realizzazione della bicipolitana sui principali assi di spostamento, ma servono anche nuove corsie ciclabili nei quartieri, aree a doppio senso per i ciclisti a partire dal centro storico e nelle zone scolastiche per favorire gli spostamenti ciclo-pedonali dei più piccoli.
*Efficientamento e rigenerazione. Serve intervenire anche sui sistemi di riscaldamento, efficientando gli edifici e rigenerando il patrimonio edilizio. E’ fondamentale che il Piano degli Interventi fermi le edificazioni nelle aree verdi– che mitigano lo smog.
*Più aree verdi. Per la loro capacità di filtrare e abbattere lo smog servono soprattutto nelle zone dove il verde pro capite è più basso. Il verde pubblico nel Centro di Padova è pesantemente inferiore agli standard minimi: 4,9 mq/ab, contro i 7,5 mq/ab previsti dalle norme regionali. Anche per questo motivo Legambiente, ancora una volta, ribadisce che l’area dell’ex caserma Prandina deve diventare un prezioso polmone verde per il Centro.
“Su questi interventi – conclude Passi- è doveroso che l’Amministrazione verifichi come usufruire dei finanziamenti della transizione ecologica del PRRR e in questo caso presentare progetti condivisi con i vari “stakeholder” cittadini”.