Il 10 luglio scorso si è tenuto l’incontro, organizzato dalla Provincia e dai Sindaci dell’area metropolitana, per la presentazione degli studi e dello stato d’avanzamento dei Piani d’Assetto Territoriale Intercomunale (PATI). Nella sua stringatissima introduzione l’assessore provinciale invitava tutti i presenti (enti e associazioni) a presentare entro 20 giorni le proprie osservazioni sulle "strategie" definite dal PATI.
Di fatto in un’ora e mezza di relazioni – affidate ai tecnici incaricati – le uniche informazioni fornite (che da domani dovrebbero essere reperibili su Internet) riguardavano il lavoro svolto in quasi due anni per la raccolta dei dati e per l’elaborazione delle cartografie tematiche relative all’esistente. Una fotografia dello stato di fatto, senza alcuna valutazione critica sulle tendenze in atto né tantomeno sui prevedibili sviluppi.
Di strategie, possibili scenari, progetti e proposte nemmeno l’ombra. Ho fatto presente (come in forme diverse ha fatto anche il segretario della CGIL Ilario Simonaggio) che sarebbe stato un po’ difficile elaborare delle "osservazioni" sul niente emerso dalla presentazione. Candidamente, il nuovo Assessore provinciale ci chiedeva allora di far riferimento alle "strategie" proposte dal Documento preliminare di due anni fa "alla luce dei nuovi dati conoscitivi presentati"…
In realtà penso che i dati forniti non spostino di una virgola la sostanza delle Osservazioni da noi già presentate due anni fa.
Morale della favola, l’impressione è che vi sia la precisa volontà di rallentare il processo di elaborazione del PATI, sia per manifesta incapacità progettuale (mancanza di una qualsiasi visione strategica di sviluppo alternativo del territorio) che al fine di consentire la consueta gestione politica del giorno per giorno e della contrattazione – caso per caso – con gli interessi privati.
Sergio Lironi, presidente Legambiente Padova