TORRI A SAN CARLO, LEGAMBIENTE RISPONDE A FALESCHINI E VANZAN
I cittadini non le vogliono, lo dice anche il PAT di quartiere

La sentenza del Consiglio di Stato, favorevole al ricorso dell’Immobiliare Valli contro la decisione del comune di revocare la realizzazione delle Torri a san Carlo non è giunta inaspettata. Quello che rammarica è constatare che il Comune si trovi ora a dover affrontare l’esito delle sentenze senza avere preventivamente risolto il contenzioso. Il tempo per comporre la vicenda c’era tutto -la sentenza del TAR è dell’8 marzo 2007- ed in più occasioni Legambiente ha chiesto che il progetto dell’Immobiliare Valli fosse modificato attraverso uno studio dell’area, da realizzare tramite un processo partecipato che coinvolgesse l’immobiliare e la società civile che rappresenta gli abitanti dell’Arcella. L’interesse di tutti i soggetti, che hanno sostenuto il no nel quesito referendario, non era infatti di mantenere lo status quo dell’insula di S.Carlo, ma di riprogettarne la sistemazione con quei criteri di recupero ambientale ed architettonico che il progetto dell’Immobiliare Valli non  garantiva.

“Ma la cosa si può ancora fare”, spiega Lorenzo Cabrelle del Direttivo di Legambiente Padova, con il laboratorio di partecipazione, che aprirà le porte i primi di settembre (promosso dall’Assessore alla partecipazione Bicciato). Si tratta di ripartire dalle indicazioni del documento finale del processo partecipativo da poco svolto  per la costruzione del PAT (Piano di assetto territoriale) di quartiere, che per l’area in questione sono stati riprese nella delibera che il consiglio di quartiere ha approvato, nell’ottobre del 2007. In sostanza la delibera chiede di assoggettare a riqualificazione urbanistica il comparto comprendente l’area antistante la chiesa di S.Carlo, una porzione della proprietà Morassutti, piazza Azzurri d’Italia, e gli edifici ex Coni e Bingo con le loro pertinenze. L’obiettivo proposto dalla circoscrizione è quello di dare origine al luogo centrale ed identitario del quartiere attraverso un progetto unitario e di qualità, incentrato in una piazza polifunzionale in grado di raccordare, con percorsi prevalentemente pedonali, funzioni e spazi pubblici e privati.

Per realizzare questo obiettivo non si potrà prescindere dal coinvolgimento della cittadinanza aprendo il confronto con l’immobiliare Valli, proprietaria di buona parte dell’area antistante la chiesa di S.Carlo. Il geom. Favaro, presidente della Valli, ha peraltro detto in più occasioni che, pur essendo affezionato al progetto bocciato dal referendum, è disposto a rivederne i contenuti per tener conto delle aspettative della popolazione. “