Nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio su Rai Tre,il 29 aprile scorso Flavio Caroli, autore del recente volume “Tutti i volti dell’arte” (Mondatori, 2007), dopo la proiezione del quadro del Portello del Canaletto e della foto della situazione attuale, ha invitato ad andare alla ricerca, come nella rubrica “Chi l’ha visto”, del padovano che, a suo tempo, ha rotto tanto le scatole finché la scalinata del Portello è stata fatta riemergere.
Poiché la scalinata del Burchiello al Portello qualche problemino ce l’ha ancora, vale la pena di riprendere un discorso che è cominciato nella primavera del 1981 quando la scalinata cinquecentesca era ancora ricoperta da una grande tubo del gas, da molti metri di terra e di rifiuti e da alti alberi. In seguito alla pubblicazione di un bellissimo e documentatissimo articolo di quello studioso appassionato e appassionante che era il professor Giulio Bresciani Alvarez pubblicato da “Padova e il suo territorio” nel 1978 sulla costruzione della scalinata, neanche una decina di Amissi del Piovego trovarono, nella primavera del 1981, il coraggio di armarsi di badili e di cominciare a scavare alla ricerca della scalinata sepolta ma ben dipinta dal Canaletto nel suo famoso quadro ora a Washington. Verso sera apparvero i primi gradini.
Dal 1981 in poi continuarono le iniziative di ogni genere degli Amissi del Piovego per liberare la scalinata dal tubo del gas, dai quintali di terra e dagli alberi che la ricoprivano. Ogni anno si svolse sulla scalinata, soltanto minimamente visibile, la vogata di San Giovanni nel mese di giugno. Prima l’assessore Settimo Gottardo e poi Guido Montesi fecero intervenire la SNAM che spostò il suo tubo del gas e poi la ditta Macola che inviò una potente scavatrice per togliere la terra. Coi loro badili gli Amissi del Piovego potevano fare molto poco.
La campagna per il recupero della scalinata fu sostenuta dalla rivista mensile “ Il Piovego, foglio mensile di cultura ambientalista”, diretto da Giampietro Tonon.
Nel giugno del 1993 Lamberto Toscani fece arrivare fino alla scalinata una motobarca di Chioggia. Erano decenni che le imbarcazioni non risalivano dalla laguna fino al Portello.
Nel settembre 1993 gli Amissi del Piovego riportarono alla luce l’altra scalinata, quella che si trova a monte del ponte del Portello.
Il quadro del Portello del Canaletto è una bellissima immagine di un aspetto fondamentale della storia alla quale corrisponde oggi una realtà che rimane soprattutto virtuale.
Padova è al centro di una rete splendida di fiumi e di canali percorribili da imbarcazioni di ogni genere e tipo : il Brenta fino alla Certosa di Vigodarzere e a Limena, il Naviglio del Brenta, il Bacchiglione, il canale di Battaglia. Da Padova si risale e si scende fino alla Laguna di Venezia. Purtroppo nessuno fa niente per far conoscere e valorizzare Padova centro del turismo fluviale. E il quadro del Canaletto è soltanto l’immagine di un tempo passato.
Le pareti della scalinata del Burchiello al Portello sono state dipinte un po’ malamente da giovani artisti degni di robusti sculaccioni o sberloni. La seconda scalinata, quella piccola e certamente più antica è ancora sottoterra. Il Piovego chiede invano di essere dragato nel tratto a valle della cascata di ponte Sant’Agostino. Le cose da fare sarebbero tante.
Rimane l’immagine potente della Padova di acque del quadro del Canaletto. Senza quel quadro nessuno dei padovani sopracitati si sarebbe mosso per riportare alla luce la scalinata. O avrebbe ceduto davanti alla cocciutaggine ottusa di chi per circa quindi anni ha rifiutato di intervenire per restaurarla, cioè i vari assessori comunali all’edilizia monumentale. C’è da sperare che tanta ottusità non si riproduca e si ripeta davanti alla proposta di scombinare il canale Flicorno elemento essenziale del Prà della Valle. Flavio Caroli si è sbagliato. La scalinata è ritornata alla luce del sole non soltanto perché un padovano “ha rotto le scatole”, come se non fosse un diritto la visibilità dei monumenti cittadini, ma perché tanti padovani si sono mossi ed hanno collaborato.
E’ da augurarsi che la stessa collaborazione si ripeta per lo stombinamento del canale Alicorno. Padova, città di acque rivivrà per chi la ama.
Elio Franzin, Amissi del Piovego