L’associazione AR/CO (Architettura Contemporanea), con una lettera inviata lo scorso 27 gennaio al sindaco Flavio Zanonato e all’assessore Silvia Clai, chiede di intitolare una via o una piazza di Padova all’artista e percettologo Manfredo Massironi. L’appello è stato sottoscritto dalle associazioni Alvise Cornaro, Carex2000, Legambiente, Italia Nostra e Accademia Galileiana, oltre che da 115 personalità padovane legate al mondo dell’arte e della cultura.
Manfredo Massironi nasce a Padova nel 1937, e si laurea in Architettura a Venezia nel 1959. Nel 1960, assieme ad Alberto Biasi, Edoardo Landi, Toni Costa e Ennio Ludovico Chiggio, Massironi fonda il Gruppo N, tra le più importanti esperienze internazionali di Arte Cinetica e Programmata. Nel loro manifesto del 1961, i componenti del Gruppo N si definiscono “disegnatori sperimentali”, liberi da qualsiasi tendenza artistica, per la ricerca di una nuova definizione dell’arte, nella volontà di fondere pittura, scultura, architettura e produzione industriale. Il lavoro del gruppo è finalizzato alla realizzazione di opere eseguite e firmate collettivamente, nell’intento di criticare il “culto della personalità” artistica.
Dopo una breve esperienza dedicata alla pittura, nel 1959 Massironi partecipa al Premio San Fedele di Milano con l’opera "Cartone ondulato", costituita dalla giustapposizione di semplici cartoni industriali da imballaggio. La loro tessitura, sotto la luce, provoca una condizione di instabilità percettiva, che ne fa vibrare le onde, producendo una conseguente sensazione di movimento. L’opera è “concettuale” e ricorda, per certi versi, l’avventura della “Fontana” di Marcel Duchamp. Ne nasce una polemica riguardante l’ammissione alla mostra: Stefano Cairola, presidente della giuria, ritiene che l’opera non sia degna di essere esposta e si dimette per protesta. In difesa di Massironi si schierano invece Lucio Fontana e Giulio Carlo Argan.
Successivamente, Massironi espone presso la galleria “Azimuth” di Milano, guidata da Enrico Castellani e Piero Manzoni; mantiene i contatti con Enzo Mari, Bruno Munari e il gruppo T. Con il Gruppo T, nella sede di via san Pietro 3 a Padova, organizza mostre e conferenze, al fine di promuovere e divulgare l’arte moderna. Tutta nello spirito Dada la mostra “A porte chiuse: nessuno è invitato a intervenire” (11-13 dicembre 1960) a dimostrare che nel gruppo vive un’ironia critica, mai sopita. In questa direzione va letta la mostra dedicata al “panettiere Giovanni Zorzon” (18 marzo 1961). Nelle foto documentarie si notano forme di pane galleggianti e appese a parete (il panettiere è personaggio d’invenzione, anche se l’assonanza con Giorgione è certamente voluta). Nella mostra itinerante del 1962, presentata da Umberto Eco e svoltasi nello showroom Olivetti di Milano, nasce il termine "Arte programmata", destinato a riassumere i diversi termini della tendenza, denominati di volta in volta come arte cinetica, ricerca visuale, arte gestaltica.
Dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1964 e le grandi esposizioni collettive nelle città europee e degli Stati Uniti, nel 1965 il Gruppo N si scioglie, a causa di nascenti conflittualità interne: le difficoltà del mercato dell’arte e le crescenti soggettività impediscono il prosieguo dell’esperienza. Lo stesso anno però, con Biasi e Landi, Massironi fonda il Gruppo Enne 65, influenzato dall’arte optical e dall’ambient enviroment. Nel 1967 Massironi si ritira dalla scena artistica, pur continuando a ricercare con lavori dedicati al valore di “cornice” e superficie, e insegna psicologia sperimentale presso le Università di Padova, Roma e Verona. Muore dopo lunga malattia il 30 novembre 2011.
Lettera di Paolo Pavan, architetto
Sintesi a cura di Alessandro Macciò, redazione di ecopolis