VARIANTE URBANISTICA ALL’IRIS
Bitonci come pilato

Da anni Legambiente e gli abitanti della zona si battono contro la prevista edificazione delle residue aree verdi nei pressi del parco Iris.

E’ un’area che una recente Variante al PRG destina a perequazione urbanistica, ma è anche uno dei pochi cunei verdi della città stellare, immaginata negli anni ‘50 da Luigi Piccinato, sopravvissuti al diluvio di cemento che ha stravolto la nostra città negli ultimi decenni. Un’area verde essenziale per la formazione di una rete ecologica in grado di ridurre l’inquinamento urbano e di rendere più vivibile la vita nei nostri quartieri. Un’area che nelle carte del Piano di Assetto Territoriale, viene segnalata a rischio idraulico e che negli ultimi anni è stata più volte alluvionata con ingenti danni per chi vi abita. E d’altra parte che necessità vi è di nuova edificazione in una città quale Padova che registra la presenza da anni di più di 10.000 case invendute (20.000 nell’area metropolitana)?

C’era da sperare che il nuovo Sindaco Bitonci, che nel suo programma elettorale aveva dichiarato di voler salvaguardare i cunei verdi e di voler rimettere in discussione le previsioni del PRG, si opponesse alla domanda di lottizzazione ripresentata in questi giorni da alcune società private e sottoposta martedì all’esame della Commissione Urbanistica, anche perché – come gli era stato segnalato da Legambiente e come già avvenuto per le domande  in precedenza presentate – nella domanda si potevano ravvisare evidenti vizi di legittimità dovuti in particolare alla assenza di diverse firme dei proprietari, necessarie per attestare uno dei fondamentali requisiti richiesti, ovvero il possesso di almeno il 75% dell’area su cui avviare il primo stralcio di lottizzazione. E invece…

In apertura di seduta il Sindaco Bitonci ha esordito affermando che nel merito della domanda di lottizzazione presentata il 2 ottobre 2014, quale integrazione alla prima domanda del 2009 (che però aveva un diverso perimetro d’intervento, diverse caratteristiche planovolumetriche e diversi richiedenti), il suo parere era decisamente negativo, ma che di fatto l’accettazione della stessa – a fronte della congruità degli atti attestata dagli uffici – era un atto dovuto anche per non dover affrontare una richiesta di danni da parte dei privati. Per quanto poi concerneva la questione delle firme Bitonci, quale prestigiatore che estrae un coniglio dal cappello, comunicava – pur senza produrne copia – che nel corso della mattinata le stesse erano state presentate al Settore Urbanistica. Dopo di che della questione il Sindaco se ne lavava le mani in quanto gli aspetti tecnici e la verifica di legittimità degli atti è competenza degli uffici e non del sindaco.

C’è però da chiederci se a fronte di precisi e circostanziati dubbi di legittimità (evidenziati da un legale consultato da Legambiente) il Sindaco, che ha conservato la delega all’Urbanistica, non abbia l’obbligo di approfondire la questione verificando l’avvenuto rispetto delle procedure e la conformità ai regolamenti. Va inoltre ricordato che Giunta e Consiglio Comunale hanno dei margini di discrezionalità nell’approvazione dei perimetri d’ambito dei Piani Urbanistici Attuativi e che la Commissione deve anche valutare l’effettiva rispondenza del piano presentato alle esigenze di pubblica utilità.  Nel caso specifico vi sono diversi interrogativi ai quali non è stata fornita esauriente risposta. Per le aree in oggetto sono stati effettuati gli interventi infrastrutturali necessari per scongiurare la possibilità di nuovi allagamenti? Non ci risulta ad esempio che sia stata realizzata la nuova idrovora per lo scarico delle acque nel canale di San Gregorio, che pure era stata a  suo tempo segnalata come una delle opere indispensabili. Perché nel piano non è stata localizzata l’area per un eventuale intervento di Edilizia Residenziale Pubblica, pure richiesta dalle norme di PRG?  Sempre le norme di PRG specificano con chiarezza l’obbligo di mantenere le preesistenze vegetazionali sul lato nord dell’area, ovvero là dove il piano di lottizzazione presentato dai privati prevede di costruire tre nuovi edifici. Ed ancora, questi tre edifici che verranno realizzati dalla Scuola d’Inglese (e che comprendono circa il 50% delle volumetrie previste dal piano) a quali funzioni saranno destinati? Sembra probabile, a quanto si legge nei documenti, che vi sia l’intenzione di destinarli per la creazione di nuove strutture didattiche, anche se l’articolo 16 delle Norme di PRG esclude che si possa destinare al non residenziale più del 15% della volumetria complessiva. Non è forse il caso di chiarire anche questi aspetti prima di approvare con grande fretta una domanda di lottizzazione regolarizzata (forse) con le firme dei richiedenti solo due giorni fa?